Potenza, Maruggi crede di lasciare il San Carlo meglio di come l’ho trovato

Giampiero Maruggi ha concluso la conferenza stampa sulle sue dimissioni da direttore generale del San Carlo, consegnate ieri mattina al presidente della giunta regionale Marcello Pittella, parafrasando un motto dei boyscout.

Concetto più compiutamente espresso in un breve messaggio di saluto e di ringraziamento rivolto ai dipendenti: “E’ stato per me un onore dirigere un’Azienda bella come il San Carlo. Credo che insieme abbiamo, sia pure in un contenuto lasso di tempo, realizzato progetti e risultati degni di nota, ma soprattutto abbiamo tracciato la strada da seguire per superare le criticità tuttora esistenti e per dare ancor più alla nostra Azienda il ruolo che merita nel panorama sanitario regionale e nazionale”.

“La decisione – scrive nella lettera di dimissioni Giampiero Maruggi – assunta non senza sofferenza, trae origine da specifiche vicende che da qualche tempo stanno toccando ingiustificatamente tutto il San Carlo, con ampio rimbalzo mediatico”.

“La strumentalizzazione degli avvenimenti – precisa il dg dimissionario – sui quali sarà fatta chiarezza, riportando finalmente le questioni nell’alveo della verità, ha finito per incidere sulla onorabilità di chi scrive e di tanti onesti professionisti in maniera del tutto inaccettabile” mentre invece “i dati, i risultati, il posizionamento del San Carlo sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei cittadini, nostri veri giudici”.

La scelta delle dimissioni vuole essere un contributo a ristabilire un clima di serenità intorno all’Azienda, fatta “con dolore ma anche con la serenità di una coscienza pulita, per far prevalere il superiore interesse dell’Azienda”. Un modo, da parte di Maruggi, di confermare la cifra etica e operativa di civil servant scelta sin dall’inizio del suo percorso nella sanità pubblica.

La lettera di dimissioni si conclude con ringraziamenti non di rito: ai due direttori che lo hanno affiancato, Antonio Pedota e Bruno Mandarino, al collegio di Direzione, ai dipendenti tutti e, last but not the least, al presidente Pittella.