Roma, la Città metropolitana per come è nata non piace a nessuno

“Il sistema di rappresentanza nel consiglio, in cui dovrebbero sedere i 121 Comuni della provincia di Roma, è palesemente squilibrato a favore della Capitale. Il rischio è quello di essere fagocitati dalle istanze della Città eterna. Tutte analisi giuste e condivisibili, e lette in questi giorni, quello che però non si riesce a comprendere è come mai queste critiche vengano mosse solo dopo due settimane dal voto, che ha sancito la nascita del nuovo ente”, lo afferma in una nota il sindaco di Monte Compatri, Marco De Carolis.

“Le accuse addebitate alla classe politica, ‘autorefenziale e attaccata alla poltrona’, – aggiunge il primo cittadino compatrese – servono solo a gettare discredito sui rappresentanti delle amministrazioni locali che hanno lottato già dalla scorsa estate per garantire un’adeguata rappresentatività ai territori che amministrano”. “Non sono stati molti i sindaci dei Castelli che hanno sposato la battaglia per una maggior visibilità di questo quadrante – continua De Carolis –, ma parlare di voci tardive è un’accusa che rispediamo al mittente. Ci sono stati appelli, lettere spedite a tutti i colleghi e riunioni, prima del voto del 5 ottobre, per cercare di indirizzare il dibattito sui problemi e sui bisogni piuttosto che sulle poltrone”.

“Ben vengano – conclude il primo cittadino di Monte Compatri – gli appuntamenti e i dibattiti, per cercare di non essere esclusi dalle decisioni più importanti e che riguarderanno direttamente gli abitanti del nostro territorio; anche se sarebbe stato meglio prevenire, contrastando il decreto Delrio sul nascere. Adesso, invece, per evitare di farsi governare dalla Capitale, servirà presentarsi nell’assemblea dei sindaci con un’unica voce. Per incidere sull’approvazione dello statuto e per poter far capire che il vicesindaco metropolitano deve essere espressione della provincia, magari di uno schieramento d’opposizione e non appannaggio dei cannibali del Pd”.