Aosta, l’Arco d’Augusto s’illumina di rosa per la campagna della Lilt

L’Assessore all’Istruzione e Cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta, Emily Rini, comunica che l’Arco di Augusto di Aosta è stato scelto come testimonial della campagna nazionale per la prevenzione del tumore al seno Nastro Rosa 2014, promossa dalla LILT – Lega italiana per la lotta contro i tumori, che trova l’adesione dell’Amministrazione regionale attraverso l’assessorato alla Cultura.

Dopo i castelli di Aymavilles, Sarre, Verrès, Arnad, il Castello Gamba di Châtillon, e, lo scorso anno, il Teatro romano, il simbolo della campagna 2014, scelto dall’Assessorato, è l’Arco di Augusto di Aosta.

L’accensione dell’illuminazione in rosa, dell’importante monumento cittadino, avverrà giovedì 16 ottobre prossimo, alle ore 19.30, con una cerimonia istituzionale. L’Arco di Augusto resterà illuminato di rosa fino a venerdì 31 ottobre.

«La Regione– dichiara l’Assessore Emily Rini – ha accolto con piacere l’invito della Lega italiana per la lotta contro i tumori a partecipare anche all’edizione 2014 di questa importante e lodevole iniziativa promossa in tutto il mondo. Sarà quest’anno l’Arco di Augusto a tingersi di rosa, il colore simbolo della campagna per sostenere la lotta contro il tumore al seno e per sensibilizzare la popolazione alla prevenzione. E la scelta, in concomitanza della ricorrenza delle celebrazioni e delle iniziative per il Bimillenario della morte dell’Imperatore Ottaviano Augusto, non poteva che essere tale».

Con la campagna di sensibilizzazione della LILT l’Italia intera si tingerà di rosa, colore simbolo della lotta contro il tumore al seno. Un colore che unirà idealmente la penisola da nord a sud, con tanti monumenti, edifici, fontane e piazze che resteranno illuminati per una o più notti.

A Milano, nell’ambito della campagna in programma per tutto il mese di ottobre, si è illuminata la guglia di UniCredit Tower, mentre a Roma, il Colosseo. Una luce rosa unirà quindi idealmente l’Italia, dal Nord al Sud, con tanti edifici, monumenti, fontane, piazze, che resteranno illuminati per una o più notti a testimoniare che, grazie a un’efficace e corretta prevenzione, questa malattia tumorale si può, e si deve, vincere.

E come in Italia, anche in tutto il resto del mondo si accenderanno di luce rosa luoghi prestigiosi. Location famosissime nel mondo sono già state illuminate di rosa in questi anni: l’Empire State Building di New York, le Cascate del Niagara, l’Opera House di Sidney, la Torre 101 di Taipei, il Ponte di Nan Pu  di Shangai, la Torre di Tokyo, l’Arena di Amsterdam, il Quadrilatero della Moda di Milano e moltissimi altri.

La Campagna Nastro Rosa, ideata negli Stati Uniti da Evelyn Lauder e promossa in oltre 70 Nazioni, ha come obiettivo quello di sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza vitale della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella, informando il pubblico femminile anche sulle abitudini di vita correttamente sani da adottare e sui controlli diagnostici da effettuare.

LA DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE AL SENO: 20 ANNI DI PROGRESSI

Il tumore al seno resta il big killer numero uno per il genere femminile registrando un incremento dovuto all’allungamento dell’età media della popolazione femminile e all’aumento dei fattori di rischio.

Sta cambiando anche l’età in cui la malattia si manifesta: il 30 per cento circa prima dei 50 anni, fuori quindi dall’età prevista dai programmi di screening mammografico. Un ulteriore motivo per sensibilizzare tutte le donne alla cultura della prevenzione come metodo di vita e renderle sempre più protagoniste della tutela della propria salute.

«Da recenti dati e studi si stima – afferma Francesco Schittulli, senologo-chirurgo oncologo e Presidente Nazionale della LILT – che in Italia siano circa 46.000 i nuovi casi annui di carcinoma mammario. L’aumento dell’incidenza del tumore al seno è stata pari a circa il 14 per cento negli ultimi sei anni e, in particolare, per le donne tra i 25 e i 44 anni l’incremento è stato del 29 per cento circa. Le nuove tecnologie diagnostiche di imaging sempre più precise e sofisticate, insieme alla risonanza magnetica mammaria (RMM), consentono oggi di poter individuare lesioni millimetriche in fase iniziale, quando il grado di malignità e l’indice di aggressività del tumore sono bassi e il processo di metastatizzazione è pressoché nullo. Scoprendo un carcinoma al di sotto del centimetro, la probabilità di guarire sale di oltre il 90% e questo permette altresì di poter eseguire interventi conservativi, che non provocano sensibili danni estetici alla donna, a beneficio quindi dell’integrità del seno, simbolo della femminilità. Risultati impensabili solo 30 anni fa quando il cancro al seno era considerato una malattia “incurabile”, con una percentuale di guarigione del 40-45 per cento».