Milano, inaugurazione dei volti dell’alienazione di Sambonet

Alle 18.30, presso la Fabbrica del vapore, in via Procaccini 4, inaugura la mostra ‘I volti dell’alienazione. Disegni di Roberto Sambonet’, che raccoglie settanta studi e quaranta disegni dell’artista e designer milanese. Una mostra straordinaria che racconta e indaga, attraverso i ritratti che l’artista ha realizzato nel 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, il complesso fenomeno del disagio mentale.

All’inaugurazione interviene l’assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute Pierfrancesco Majorino.

Sambonet trascorse sei mesi nei reparti dell’ospedale conducendo una sua personale ricognizione e ritrae, a china o a matita, gli internati in una serie di disegni di grande intensità, tutti capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che sarà poi raccolto dall’artista nel volume Della Pazzia (Milano 1977).

L’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori, che nelle loro opere hanno più volte affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Friedrich Hölderlin, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Allan Poe, William Shakespeare, Voltaire e altri.

La mostra, promossa da La società della ragione, onlus impegnata sui temi del carcere, della giustizia e dei diritti umani,con la collaborazione dell’Archivio Roberto Sambonet, vuole contribuire alla campagna per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, prevista per il 31 marzo 2015, dove sono ancora internate 906 persone. Un decreto poi convertito in legge il 17 febbraio 2012 ne stabiliva la chiusura dando delle scadenze, che sono state, però, via via sempre prorogate.

Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, importante designer italiano,architetto, grafico e pittore, ha avuto un legame particolare con Milano. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche, che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica. Partecipò all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si trasferì in Brasile, dove il suo linguaggio artistico visse una maturazione molto importante, che lo condusse verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.

Dopo la tappa milanese, la mostra sarà a Firenze, al Teatro Chille de la Balanza, San Salvi Città Aperta, dal 2 al 18 dicembre, per chiudere poi a Roma, al Museo in Trastevere, dal 24 marzo al 3 maggio 2015. In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo illustrato, Palombi Editori, con testi di Elisa Camesasca, Stefano Cecconi e Peppe Dell’Acqua.

La mostra resterà allestita fino al 23 ottobre, ad ingresso libero. Orari: da lunedì a venerdì, dalle ore 14:30 alle 19, sabato e domenica dalle ore 11 alle 19.