Articolo 18 non manderà a casa Matteo Renzi. Se ne faccia una ragione Beppe Grillo

beppe grilloroberto speranzaBeppe Grillo, leader del M5s, non vuole né la caduta del Governo Renzi, né collaborare con quella parte del Pd che contesta al suo Presidente del Consiglio la “rimodulazione” dell’articolo 18. Beppe Grillo ama stare all’opposizione per avere le mani libere nel contestare tutto e tutti, anche Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica. I problemi degli italiani non gli stanno a cuore, non gli sono mai interessati. Un movimento politico che si candida a cambiare l’Italia ed ottiene un grosso risultato alle elezioni mette a fruttare il consenso. Cerca la collaborazione di qualche altro partito che si avvicina alle sue idee e insieme elaborano la piattaforma politica di pochi punti per aggiustare i guasti prodotti da chi ha in precedenza governato. All’indomani delle elezioni politiche del 2013 Pier Luigi Bersani gli aveva servito su un piatto d’oro l’alleanza per formare un Governo di svolta. Quale migliore occasione per il M5s essere promotore di un nuovo modo di amministrare il Paese e fare le riforme che tanto piacciono a Beppe Grillo. Così non è stato e ora, a distanza di diciotto mesi dalle elezioni, cerca l’alleanza con quella parte del Pd che, guidata proprio da Bersani, contesta la riforma dell’articolo 18. Cerca l’alleanza in precedenza respinta per mandare a casa Matteo Renzi e andare a nuove elezioni, perché questo è il vero obiettivo di Beppe Grillo, con la convinzione che gli italiani gli daranno la maggioranza assoluta per governare la Nazione. Solo dei politici sprovveduti potrebbero accettare l’invito del leader del M5s. La risposta a Grillo gli è arrivata a stretto giro da parte del capo gruppo alla Camera, Roberto Speranza, e dallo stesso Bersani che hanno respinto al mittente l’offerta di fare fronte comune per mandare a casa Matteo Renzi. Non siamo degli indovini, ma non è certamente l’articolo 18 che farà traballare la presidenza del Consiglio al punto di mandarlo a casa. Al momento la disoccupazione giovanile in Italia, in particolare al sud, ha raggiunto percentuali a due cifre abbondanti, le attività commerciali e le imprese, piccole e medie, continuano a chiudere. Scrutando l’orizzonte non s’intravede nessuna inversione di rotta. Continuare a parlare di ciò che rappresenterebbe l’abolizione dell’articolo 18, o il suo mantenimento, è tempo che si sottrae alla vera discussione per incrementare il livello occupazionale.