Le due Grandi opere per Firenze senza Protocollo di legalità

“Basta con i teatrini sulla pelle dei cittadini e in totale disprezzo delle casse pubbliche: sulla tav continua a mancare trasparenza, nonostante un’inchiesta della magistratura e un aumento assurdo dei costi che consiglierebbero a rappresentanti istituzionali seri di interrompere la strada intrapresa. Invece l’imperativo del Pd, a qualsiasi livello è: avanti tutta”. Ad intervenire è la consigliera Amato Miriam del Movimento 5 Stelle di Firenze, che ha appena presentato una Mozione , in cui richiede una maggiore vigilanza su sottoattraversamento TAV e Tramvie con la sottoscrizione del Protocollo di Legalità per le grandi opere. “Nonostante i proclami di alcuni mesi fa, da parte di esponenti regionali del Pd, ad oggi – parola dell’assessore Giorgetti che ha risposto ad una richiesta di accesso agli atti – nessun protocollo di legalità contro infiltrazioni criminali è stato siglato, né per quanto riguarda il sottoattraversamento Tav né la tramvia. Un fatto abbastanza inquietante se si considera che per opere analoghe (compresa la tav Torino-Lione) gli enti pubblici interessati hanno fatto altrimenti”. “Nella sua risposta Giorgetti afferma che alcuni dirigenti hanno partecipato presso la Prefettura di Firenze all’istruttoria di una bozza di protocollo di legalità generale (per tutti i contratti della pubblica amministrazione) non ancora definita” Sottolinea Amato che esprime profonda preoccupazione per il “colpo di spugna” intrapreso dai vertici del Pd, sia nazionale che locale, per far ripartire i lavori Tav, che erano stati bloccati dalla magistratura con decine di indagati. Del resto la stessa Commissione Europea nella “relazione sulla lotta alla corruzione” punta il dito sulla corruzione, nel settore delle infrastrutture, citando espressamente la Tav e considerando come momento critico quello successivo alle aggiudicazioni della gara. La consigliera Amato del Movimento 5 Stelle annuncia: “L’obiettivo è far cadere quel velo di opacità che circonda tutta la vicenda Tav. Chiediamo che siano firmati velocemente protocolli di legalità come stabilito dall’intesa raggiunta tra l’autorità nazionale anticorruzione, guidata da Cantone, e il Ministero dell’Interno”. Sulla questione intervengono anche i deputati Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente, e Massimo Artini che criticano la mancanza di trasparenza, in particolar modo per il mancato accesso ai contratti sottoscritti con le imprese private, e si dicono allarmati per il decreto Sblocca Italia. “Con l’atto, il governo intende dare avvio alla semplificazione della materia dello smaltimento delle terre e rocce da scavo, dichiarando il “divieto di introdurre livelli di regolazione superiori a quelli minimi previsti dall’ordinamento europeo ed, in particolare, dalla direttiva 2008/98/UE”. Uno dei punti nevralgici dell’inchiesta della magistratura riguarda proprio le terre di scavo, risulta che devono essere conferite a Cavriglia: no a moratorie o scorciatoie che favoriscono le solite imprese a discapito dei territori e dei cittadini che li abitano”.