Missionarie italiane violentate e uccise. Una decapitata. Due sgozzate nella missione di Kamenge

Alle 20.45 nella cappella della Casa Madre delle Missionarie Saveriane sarà recitato il rosario mentre martedì alle 18.30 in Cattedrale, il Vescovo di Parma presiederà la celebrazione in suffragio delle tre suore scomparse. Si terranno martedì alle 18.30 nella cattedrale di Parma i funerali delle tre suore uccise. La celebrazione da parte del vescovo mons. Solmi.

Le tre vittime sono Olga Raschietti, Lucia Pulici e Bernardette Boggian. Sono state uccise a Kamenge, nella zona nord della capitale Bujumbura, nella missione Guido Maria Conforti. Le tre religiose sarebbero state violentate e  pare che una si addirittura stata decapitata.

Autore della strage un giovane che con un coltello ha ucciso le donne, pare in un tentativo di rapina, anche se le autorità sostengono che nessun oggetto sia stato preso dal convento.

Il Papa, “profondamente colpito dalla tragica morte” delle suore in Burundi, auspica che “il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Lo dice in un messaggio alla superiora delle Saveriane. L’assassino ha sgozzato le suore e si è accanito su una di esse a colpi di pietra. Dopo le prime indagini il furto non sembra essere all’origine del delitto.

Lucia Pulici, 73 anni, aveva festeggiato recentemente in luglio i 50 anni di Congregazione religiosa. Pulici e Rustichetti hanno sempre operato in Africa. Il convento di Kamenge, dove è avvenuta la tragedia, si trova in un quartiere settentrionale di Bujumbura e sostiene un centro per i giovani fondato dai Saveriani che promuove la convivenza tra etnie diverse. Olga Raschietti, 80 anni, è originaria della provincia di Vicenza. A Parma c’è la Casa madre dei missionari saveriani nel mondo. Una struttura che oggi, oltre ad ospitare numerosi religiosi negli ultimi anni della loro vita dopo aver trascorso intere vite in giro per il mondo, comprende un “Museo cinese e dei popoli lontani” di grande valore. Le missionarie, ordine fondato da Celestina Bottego, della famiglia dell’esploratore e da padre Giacomo Spagnolo, abitano invece in una grande struttura in zona via Sidoli, sempre a Parma.