Perugia, immigrazione approvato programma regionale annuale

La Giunta regionale dell’Umbria, su proposta della vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari, ha destinato 250mila euro per finanziare il  programma regionale annuale di iniziative per l’immigrazione.

  “Le risorse serviranno a sostenere la programmazione regionale  che, prevalentemente, punta a intensificare e migliorare la qualità dei  servizi per l’integrazione delle persone immigrate privilegiando i nuclei familiari stabili sul territorio, con un’attenzione per tutte quelle azioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto della marginalità, al recupero della devianza e all’integrazione nella comunità di accoglienza”.

   Relativamente a quest’ultimo aspetto, la vicepresidente ha evidenziato che “in questi anni le programmazioni regionali hanno strutturato processi di rafforzamento delle politiche d’integrazione sociale con obiettivi primari di garanzia dei diritti e di tutela delle identità. A tal fine, le risorse economiche disponibili sono state utilizzate  dalla Regione per mettere in moto progettualità, esperienze, professionalità ed energie delle amministrazioni locali, delle forze del volontariato e delle parti sociali per creare le condizioni per una convivenza paritaria e solidale”.

“Quello dell’immigrazione – ha proseguito – è un fenomeno collettivo complesso, visto che riguarda una pluralità di gruppi comunitari diversi fra loro, sia per provenienza geografica, patrimonio culturale e religioso, progetto migratorio, sia – al loro interno – per la composizione sociale delle comunità stesse. Il nuovo programma regionale in materia – ha detto la vicepresidente – individua alcuni obiettivi specifici e le relative azioni per realizzare le politiche di integrazione e debellare ogni forma di svantaggio sociale e discriminazione tra cittadini stranieri e cittadini italiani, concorrendo così all’innalzamento della qualità della vita in una comunità regionale coesa ed unita nella condivisione dei principi costituzionali”.

Concludendo la vicepresidente ha voluto ricordare come “il contributo fattivo dei cittadini stranieri per lo sviluppo e il benessere del territorio regionale rappresenti una preziosa risorsa da valorizzare e promuovere e che la partecipazione degli immigrati alla vita economica, sociale e politica delle città e delle regioni di accoglienza costituisce, tra l’altro, una componente essenziale per la realizzazione degli obiettivi di coesione economica, sociale e territoriale posti nella strategia Europa 2020”.

La scheda. Dai dati Istat emerge che gli stranieri regolarmente presenti in Umbria al 1 gennaio 2013 sono 92.794. L’incidenza degli stranieri sulla popolazione umbra è del 10,47 per cento, una percentuale superiore alle medie italiana ed europea, che fa dell’Umbria una delle regioni italiane con la più alta incidenza di stranieri (seconda regione italiana, insieme alla Lombardia, dopo Emilia-Romagna), anche se la presenza di migranti è in calo rispetto al 2011 (- 7.055). In ogni caso va ricordato che la crescita demografica in Umbria è stata prodotta esclusivamente dall’immigrazione, dato che il saldo naturale della popolazione italiana è costantemente negativo sin dalla fine anni ‘70. Inoltre, in Umbria la presenza di donne straniere è superiore di oltre 2 punti rispetto alla media nazionale.

Le nazionalità maggiormente rappresentate sono:  Romania (24321), Albania (17021), Marocco (10335), Ucraina (4855), Macedonia, Ex Repubblica Jugoslava di (4804), Ecuador (3825), Polonia (3007), Moldova (2919), Perù (2022), Cina (1900), Tunisia (1624), Filippine (1613), India (1526), Regno unito (1407), Algeria (1340), Bulgaria (1275), Nigeria (1114), Germania (1109). Queste sono le prime 18 nazionalità presenti (quelle che superano le 1.000 unità) e rappresentano l’86 per cento di tutti i migranti presenti in Umbria. Sono presenti altre 139 nazionalità (per un totale di 157) che rappresentano il restante 14per cento dei migranti.

I minori nati in Umbria o arrivati per ricongiungimento familiare costituiscono una presenza molto significativa: al 1 gennaio 2013 erano 20.202, anche se in leggero calo rispetto al 2001. I minori rappresentano oltre 1/5 (21,8 per cento) di tutta la popolazione straniera residente in Umbria; un dato in linea con la media nazionale (22,4 per cento).

Relativamente al mercato del lavoro il tasso di disoccupazione in Umbria nel primo trimestre 2014 è del 12,6per cento, in aumento rispetto al 10,5 per cento del  primo trimestre 2013, in entrambi i casi leggermente inferiore rispetto alla media italiana. Ciò testimonia che, con la crisi economica, il mercato del lavoro umbro è cambiato: nel 2012, per la prima volta, secondo i dati Istat, non si è registrata una crescita dell’occupazione straniera, anche se dal 2008 l’occupazione straniera è cresciuta di 12.000 unità, mentre quella italiana è calata di 26.000 unità.

I dati più recenti ci dicono che gli stranieri rappresentano il 14,1 per cento dell’occupazione regionale (+0,3 per cento rispetto al 2011 e +3,8 per cento rispetto al 2008): il dato più elevato del Paese.

Con la crisi, per gli stranieri la disoccupazione è aumentata più che per gli italiani: il numero di disoccupati è salito a quota 12.000 (+3.000 in un anno e +7.000 rispetto al 2008) ed il rispettivo tasso di disoccupazione si è attestato a quota 18,7 per cento (+4 punti in un anno), oltre 10 punti in più di quello della componente italiana (8,1 per cento, + 3 punti); ad una occupazione in linea con la media nazionale (60,6per cento) corrisponde per gli stranieri un tasso di disoccupazione tra i più elevati del Paese e l’incidenza degli stranieri nella disoccupazione regionale (29,8per cento) è la più elevata d’Italia. La fase negativa sta investendo soprattutto gli uomini che hanno visto ridotte le opportunità d’impiego, in particolare nel settore edile, che di manodopera straniera fa un largo impiego. La presenza straniera delle donne nell’occupazione è, invece, continuata a crescere grazie alle opportunità offerte dal terziario e, contrariamente a qualche anno fa, è ora nettamente superiore (17,1 per cento) a quella degli uomini (11,8 per cento).

Il ruolo insostituibile della componente straniera nel mercato del lavoro emerge ancor più chiaramente osservando la struttura dell’occupazione stessa, dato che il lavoro straniero si concentra in pochi settori nei quali ha una notevole incidenza. Il 57,5 per cento delle donne occupate nei servizi collettivi e alla persona sono straniere, il 30 per cento nel settore degli alberghi e ristoranti. Più di un terzo (33,6 per cento) del totale dei maschi occupati in edilizia sono stranieri, quasi un quarto in agricoltura (24,1 per cento), un quinto (20,2per cento) nel settore alberghi e turismo, un sesto (15,8 per cento) nel settore dei servizi collettivi e alla persona e in quello dei trasporti e magazzinaggio (14,8per cento). La presenza straniera supera il 47% nelle professioni non qualificate (in crescita rispetto al passato) e arriva al 19,4 per cento nelle professioni artigiane ed operaie specializzate dell’agricoltura e dell’industria e al 16% in quelle qualificate dei servizi.

   Gli immigrati in Umbria percepiscono retribuzioni mediamente del 30 per cento più basse degli italiani. Con 7.457 imprese straniere, l’Umbria è la sedicesima regione italiana per numero di imprese immigrate, anche se l’incidenza di queste sul totale delle imprese umbre è del 7,8 per cento, un dato solo di poco inferiore alla media nazionale (8,2 per cento), che sale al 8,1 per cento se si prende in considerazione la sola provincia di Perugia; Terni si attesta al 7,0 per cento, ma ha l’incidenza femminile più elevata della regione tra le imprese straniere (28,1 per cento). I principali settori in cui operano le imprese straniere in Umbria sono costruzioni (31 per cento) e commercio (30 per cento).