Roma, orrore all’Eur italiano decapita la domestica ucraina, voleva farla a pezzi

Alla base dell’efferato omicidio, secondo gli inquirenti, potrebbe esservi un tentativo di violenza sessuale. I proprietari della villa, che avevano lasciato l’abitazione al killer per l’estate, hanno una figlia della stessa età della domestica ucraina. Questo ha terrorizzato i residenti che avevano pensato che la vittima fosse la figlia dei residenti.

Gli agenti, giunti nella villa, hanno visto una scia di sangue che portava allo scantinato. Seguendo le tracce, sono arrivati alla scena del delitto e hanno trovato la domestica ucraina, Oksana, 38 anni, decapitata, e il killer sporco di sangue e con indosso una maschera filtro, pantaloni mimetici e gli anfibi ai piedi, che impugnava ancora una mannaia. La donna era la domestica di casa.

Federico, 35 anni, figlio di un ex alto ufficiale delle forze armate, si è subito scagliato anche contro gli agenti che hanno fatto fuoco con l’arma d’ordinanza, ferendolo gravemente al torace con un colpo. Ricoverato al Sant’Eugenio, è morto poco dopo. L’uomo era ospite da un paio di mesi nella villa all’Eur. La sua auto, una Chevrolet Cruze grigio scura, era parcheggiata davanti al cancello ed è stata portata via dalla Scientifica per gli esami all’interno e all’esterno. sul parabrezza vi erano anche due fori forse di proiettile di cui gli inquirenti vogliono capire le origini. Tra i particolari che hanno colpito gli inquirenti, l’abbigliamento dell’uomo vestito da paramilitare. L’omicidio è avvenuto in una “zona bene”. L’abitazione è di proprietà di una srl romana e la vittima era a servizio nella casa. A quanto pare l’uomo avrebbe avuto intenzione di fare a pezzi il cadavere e farlo scomparire.

Le tracce erano anche sulle scale che portano allo scantinato. Lì erano anche le ciabatte insanguinate della donna, e lì potrebbe essere cominciata la fase più violenta della lite che ha portato all’omicidio. L’uomo prima l’avrebbe colpita più volte con un coltello forse in un altro locale della villa, poi l’avrebbe finita con la mannaia. A coordinare le indagini è il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani.

I residenti avevano visto il killer perché era amico dei proprietari della villa che gliel’avevano lasciata per l’estate in loro assenza. Lui ci viveva da un paio di mesi.