Roma, Casa del Jazz a Ferragosto concertone per l’Alexanderplatz

casa jazz estate pubblicoNotte di Ferragosto, notte di jazz alla “Casa” di viale di Porta Ardeatina 55. Di jazz e “per” il jazz, per quello romano in particolare: l’Alexanderplatz, storico club dove hanno suonato tutti i grandi, ultimo vero tempio della musica afroamericana rimasto nella Capitale (Casa del Jazz a parte), è in serie difficoltà economiche. L’Assessorato capitolino alla Cultura e la Casa del Jazz hanno lanciato il segnale, subito raccolto da una miriade di musicisti.

E’ nata così una serata a molte voci e altrettanti approcci al jazz, in qualche modo un tributo “sinottico” a questa musica che tanti fili ha intrecciato a Roma a partire dagli anni ’70. Una summa del jazz che Roma Capitale promuove proprio qui, in una casa pubblica della cultura musicale, nata nel 2005 su spazi sottratti alla criminalità organizzata per farne un’officina creativa aperta a tutti, con la sua sala concerti e i suoi studi di registrazione e produzione all’avanguardia.

La sera di Ferragosto, dunque, si celebra una liturgia, ci si riconosce tra quelli che hanno scritto la vicenda del jazz romano e tra loro e il pubblico. Lo si capisce dalla presenza dei mostri sacri. Come l’ottantenne Gegè Munari, il papà dei batteristi romani che festeggia il compleanno sul palco della Casa insieme alle voci di Ada Montellanico e Francesca Sortino. Come Pippo Matino che si confronta vis-à-vis con Alfredo Paixao, altro contrabbassista di primissimo livello. Come Fabio Mariani, Pino Jodice, Paolo Innarella e le altre vecchie glorie del jazz fiorito all’ombra della Lupa.

Non mancano gli ospiti d’oltreoceano, come il sassofonista Jesse Davis pronto a duettare estemporaneamente con i colleghi locali. Confronti e incontri d’idee sono il filo conduttore della kermesse; che ha, sì, un canovaccio prestabilito ma lascia spazio all’improvvisazione, all’interplaying, all’ispirazione del momento. That’s jazz, del resto. Per cui, più che di concerto, forse è meglio parlare di una lunga jam session. Coronata alla fine dal ritorno alle radici nere con l’All Over Gospel Choir, mega-coro con oltre trenta elementi.

Salviamo dunque l’Alexanderplatz e con lui le sorti del jazz romano, che la Casa del Jazz alimenta ma che ha bisogno anche di capisaldi diffusi in città. E salviamolo concretamente, dato che l’incasso dei biglietti va al glorioso jazz club di via Ostia. Il concerto comincia alle 20.30, il biglietto costa 5 euro se si entra dalle 20.30 alle 21.30, 10 euro dopo le 21.30.