Firenze, sgomberata la palazzina di via Slataper

Sono iniziate questa mattina alle 7 le operazioni di sgombero della palazzina di via Slataper a Rifredi, occupata dal 2011, dove avevano trovato rifugio circa 150 migranti tra somali ed eritrei richiedenti asilo. Tra loro anche donne e bambini. Alla fine delle operazioni di fuoriuscita delle persone dalla palazzina di quattro piani, di proprietà di una società privata, il Comune ha dato accoglienza a 192 persone che sono state trasferite in autobus nelle varie strutture di accoglienza cittadine. All’operazione, decisa lunedì scorso dal Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza (Cosp) insieme a Prefetto, Questore e Carabinieri, hanno partecipato la Digos, la Polizia, la Polizia municipale, la Protezione civile, gli operatori delle varie cooperative sociali cittadine, gli assistenti sociali e gli operatori della Direzione Servizi sociali del Comune. Questi ultimi hanno gestito insieme alla Polizia municipale tutta la fase dell’accoglienza delle persone allestendo dei gazebo sul posto: dall’identificazione alla composizione dei nuclei familiari fino all’individuazione della destinazione e all’ascolto delle richieste degli occupanti. Lo sgombero, che si è svolto tranquillamente nel corso della giornata concludendosi alle 18, è stato finanziato nell’ambito di un progetto della Regione Toscana ed è stato gestito dal Comune in collaborazione con le cooperative cittadine. “Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a effettuare la fuoriuscita delle persone dalla palazzina senza l’uso della forza – ha detto l’assessore all’Accoglienza e all’integrazione Sara Funaro – e a concordare con ognuna percorsi di accoglienza. Non c’è stata nessuna forma di resistenza da parte degli occupanti, i quali sono tutti usciti dalla palazzina volontariamente”. “Quando le operazioni si concordano e si decidono per tempo e c’è la collaborazione tra tutte le Istituzioni e i soggetti coinvolti i risultati sono buoni – ha aggiunto l’assessore -. In questo caso, poi, siamo facilitati dal contributo della Regione”. “Un ringraziamento particolare va a tutti gli operatori che hanno seguito le operazioni di fuoriuscita delle persone dalla palazzina di via Slataper – hanno dichiarato l’assessore Funaro e la vicepresidente della Regione Toscana Stefania Saccardi -: la Polizia municipale, la Protezione civile, gli operatori delle cooperative Cat, Coeso, la Caritas, gli assistenti sociali, gli operatori della Direzione Servizi sociali del Comune, la Digos, Polizia e i Carabinieri”. “Quando gli sgomberi si fanno con il metodo che questa città ha usato nell’ultima legislatura, in questo caso arricchito con l’accordo con la Regione Toscana – ha affermato la vicepresidente Saccardi -, si svolgono più sul piano dell’accoglienza che della forza pubblica. I problemi nascono quando le cose si fanno senza un accordo con tutti i soggetti istituzionali e le associazioni”. “Voglio ringraziare la cooperativa Cat, il consorzio Coeso e la Caritas – ha concluso Saccardi – per avere collaborato nella gestione e nella risoluzione del progetto che ha riguardato oltre 150 rifugiati e richiedenti asilo”. Le persone accolte dal Comune sono 192: 100 alla foresteria Pertini, 37 all’Albergo popolare, 15 in accoglienze ordinarie e 40 in percorsi di inclusione concordati precedentemente. Sia la foresteria Pertini che l’Albergo popolare sono due soluzioni temporanee. “Siamo molto contenti perché siamo riusciti ad accogliere tutti e nessuno è rimasto per strada – ha spiegato l’assessore Funaro -. Le persone rimarranno nelle due strutture per il tempo necessario a individuare dei percorsi individuali di inclusione”. Una volta terminato il lavoro degli operatori della Direzione Servizi sociale, è iniziato il lavoro della Digos, che ha verificato che la struttura fosse vuota, e della ditta incaricata di chiudere e mettere in sicurezza l’immobile. Quando tutte le persone hanno lasciato la palazzina l’assessore Funaro si è recata prima in via Slataper e poi alla foresteria Pertini per incontrare le persone accolte e ringraziare gli operatori.