Liberazione Chianti e Firenze, alle Murate presentazione del primo film dedicato al Battaglione Maori

Un docufilm che racconta la Liberazione del Chianti e di Firenze attraverso le storie del ventottesimo Battaglione Maori: è ‘Kia Ora’, che sarà presentato e proiettato mercoledì alle 21.15 al Caffè Letterario Le Murate. L’ingresso è libero. Inserita nell’ambito delle celebrazioni del settantesimo anniversario della Liberazione, l’iniziativa è organizzata dal Comune di Firenze in collaborazione con i promotori del progetto cinematografico: la Provincia di Firenze e la Regione Toscana, l’Unione comunale del Chianti fiorentino, i Comuni di Empoli, Montespertoli, Scandicci e Firenze. Il progetto di documentazione e produzione cinematografica ‘Kia Ora’ racconta la liberazione dei territori chiantigiani attraverso le storie del ventottestimo Battaglione Neozelandese, costituito esclusivamente da Maori, arrivato dall’altro capo del mondo per liberare l’Italia dall’occupazione nazifascista. Le gesta, il valore dei soldati Maori e il loro straordinario rapporto con la popolazione e la cultura italiana sono al centro del documentario, nato come opera collettiva, promossa da una ricco partenariato istituzionale. Ne sono stati ideatori e realizzatori Manuela Critelli che ha curato la sceneggiatura e la regia, Claudio Teobaldelli e Giovanni Pecchioli che hanno composto le musiche e Stefano Fusi che, in qualità di coautore, ha condotto il percorso di ricerche storiche e di testimonianze, con la collaborazione di molte altre persone italiane e neozelandesi. Il film vuole far rivivere i rapporti, le relazioni fra le storie dei due popoli e di come essi riuscirono ad integrarsi, nonostante la morsa ed il dramma della guerra, nell’estate del ’44, mostrando reciprocamente rispetto, concretezza, dignità, amicizia e lealtà. La fotografia del docufilm é stata curata da Enzo Quaia ed il montaggio da Fabio Bianchini. Il docufilm ‘Kia Ora. La Liberazione del Chianti e di Firenze attraverso le storie del ventottesimo Battaglione Maori’ ripercorre la nascita di una naturale empatia fra i maori e gli italiani. Anche sul piano linguistico i Maori, popolo aperto e socievole, rimasero affascinati dai suoni della lingua italiana e si sforzarono di apprenderne gli strumenti basilari per poter comunicare e trasmettere le loro emozioni agli italiani. Una passione analoga nacque per la musica: alcune canzoni popolari come ‘Buona Notte Mio Amore’ o ‘Mamma’ diventarono parte del repertorio musicale del Battaglione maori e sono ancora adesso cantate e suonate. L’incontro, umano e culturale, produsse effetti positivi nel tempo, come attestano le opere di alcuni importanti scrittori neozelandesi tra cui Witi Ihimaera, Alistair Te Ariki Campbell e Patricia Grace. “Gli anni di guerra – ha commentato il coautore Stefano Fusi – il grande contributo e sacrificio portato alla lotta contro il nazifascismo, la conoscenza di molti altri luoghi e di altri popoli, dettero un impulso straordinario al rafforzamento dell’identità culturale, sociale, politica e nazionale dei maori. Il 28 ° Battaglione voleva sentirsi al pari dei “bianchi” e acquisire pieni diritti sociali e politici di cittadinanza. I cambiamenti necessari al superamento di ogni forma di discriminazione sarebbero stati ancora più lenti se i maori non avessero partecipato alla guerra e non avessero acquisito una maggiore consapevolezza di se stessi ed orgoglio della propria storia ed identità culturale”. Il film sarà introdotto dal coautore Stefano Fusi e dal direttore dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana Simone Neri Serneri. Dopo la proiezione le conclusioni sono affidate alla regista Manuela Critelli e agli altri autori.