Pisa, piano di recupero per la Golena d’Arno un porto fluviale con 3 mila posti barca

Novità importanti per la Golena d’Arno con l’aggiornamento del piano di gestione del Parco di San Rossore, che cambia una situazione ferma al Regio Decreto del 1904 e apre la possibilità per chi possiede manufatti e pontili sulla riva sinistra dell’Arno, nel tratto da Pisa a Marina, di riqualificarli. Fermo restando che le strutture devono essere state costruite prima del 1967 o condonate e che la riqualificazione (che può essere anche demolizione e ricostruzione) non deve comportare aumento di volumi. Un vero e proprio porto sul fiume, che conta circa 3000 posti barca.

«Stiamo facendo passi importanti su Pisa fluviale, non possiamo dire che il bicchiere è mezzo pieno e mezzo vuoto, diciamo che si sta riempiendo» così Maurizio Bandecchi, presidente della Cooperativa Il Navicello, durante il viaggio sul battello che è servito per presentare agli imprenditori le nuove possibilità di investimento. Ylenia Zambito, assessore all’urbanistica del Comune di Pisa «Ora diventa possibile fare un piano di recupero, ci aspettiamo investimenti, inoltre a breve faremo una conferenza Comune-Parco per individuare procedure uniche per le domande di recupero che gli operatori presenteranno. E non ci fermiamo: abbiamo chiesto alla Regione di classificare la golena sinistra come vero e proprio porto fluviale (ora è classificato come approdo) e di affidare al Comune la navigabilità dell’Arno». «E nell’ambito del federalismo demaniale abbiamo chiesto allo Stato che dia la Golena al Comune» continua l’architetto del Comune Gabriele Berti. L’obiettivo è quello di superare la moltiplicazione delle competenze sul fiume (ora ci sono Comune, Provincia, Regione, Demanio, Sovrintendenza, Parco) per arrivare ad un gestore unico che possa governare l’Arno con procedure più snelle, sul modello di come avviene sul canale dei Navicelli, mentre adesso «chi vuole fare le cose secondo le regole viene bloccate, mentre chi vive nell’illegalità non ha problemi» denuncia Paolo Trevisan, del rimessaggio “Marina Nova”

Ma lo sviluppo di Pisa fluviale non si ferma qui: «continuano i lavori per l’apertura dell’Incile, che permetterà di collegare l’Arno al canale dei Navicelli. E va avanti il progetto per creare unametropolitana d’acqua da Cascina a Pisa». Si aprono così nuovi scenari anche per il turismo, con la possibilità di portare i visitatori in battello dal porto di Livorno in città. Una realtà su cui alcuni già credono da anni, come Gustavo Elmi, detto Cecio: «dal 2003 portiamo la gente in battello sul fiume e siamo sopravvissuti nonostante la crisi, anzi trasportiamo 15mila persone l’anno».  «Una conquista sudata, un passo in avanti importante da cui prendere slancio – conclude il sindaco Filippeschi – ora diamoci nuovi obiettivi e andiamo avanti»