Chiari, false fatture cinque arresti

Gli arrestati sono accusati di aver frodato l’erario per milioni di euro. Il danno complessivo, in termini di minor gettito, è stato quantificato in circa 10 milioni, cagionato da fittizi rapporti di lavoro coperti da false fatturazioni per oltre 40 milioni. Le indagini, avviate nel 2012 con l’esecuzione di decine di perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni dei principali soggetti indagati, hanno consentito di sgominare un’associazione criminosa dedita alla frode fiscale, radicata nei territori occidentali della provincia di Brescia ed in quelli bergamaschi limitrofi. I reati contestati dall’operazione denominata “Cash” sono: corruzione, associazione per delinquere, emissione ed utilizzo di fatture false, omessa ed infedele dichiarazione, occultamento e/o distruzione di scritture contabili, indebita compensazione. Il sistema di risparmio illecito di imposte e contributi escogitato dal sodalizio era fondato, in estrema sintesi, sulla interposizione fittizia di manodopera.

C’è anche il direttore di un ufficio postale tra le cinque persone arrestate, e proprio la sua collaborazione è stata fondamentale per la perfetta affermazione del disegno criminoso. Nel corso delle indagini infatti, è stato scoperto che dietro laute regalie questi non ha adempiuto agli obblighi antiriciclaggio fissati dal decreto legislativo 231/2007, omettendo di segnalare alla Banca d’Italia le ingenti e anomale operazioni di prelevamento di contanti effettuate sui conti correnti delle società coinvolte (pari nel solo biennio 2010/2012 a circa 20 milioni).