Consumi, Campania fanalino di coda in Italia

consumi supermercatiNel 2013 i consumi pro capite in Campania si sono attestati in media a 11.307 euro: è il dato più basso nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza, al di sotto sia della media Mezzogiorno (12.165 €) che della media Italia (16.074 €).

A rendere ancora più evidente la parabola discendente dei budget di spesa delle famiglie sono le proiezioni al 2015 (a prezzi costanti del 2014) che consolidano il dato negativo, stimando i consumi pro capite a 11.318 euro, appena 11 euro in più in circa due anni.

I dati sono evidenziati dal Centro Studi Ance Salerno ed estrapolati dal report dell’Ufficio Studi della Confcommercio “Il divario Nord-Sud” (presentato a Bari lo scorso 13 giugno). La Campania – si evince dall’analisi della Confcommercio – per ritornare ai livelli pre-crisi (2007) impiegherà 15,5 anni, un anno in più rispetto alla media-Mezzogiorno e quattro anni in più rispetto alla media-Italia. Dallo studio emerge inoltre che «il rapporto tra consumi pro capite del Mezzogiorno e del Nord-Ovest scende dal 70% del 1995 al 64,9% del 2015». E che nel 2015 «i consumi pro capite del Sud risulteranno ancora al di sotto dei livelli non solo del 2007 ma addirittura del 1995».

La consistente contrazione dei consumi delle famiglie in Campania è stata analizzata dal Centro Studi Ance Salerno anche attraverso i dati forniti dal sistema camerale in occasione della “Giornata dell’Economia”. A livello regionale – secondo questa fonte analitica – la contrazione nel periodo 2012/2011 è stata del -2,2%, a fronte di una media Mezzogiorno del -0,8% e di una media-Italia del +0,5%.

Le province della Campania.

Il calo più ampio si è registrato in provincia di Salerno, che nel periodo 2012/2011 ha fatto segnare il -7,2%. Più contenuta la restrizione dei budget di spesa nelle altre province: Avellino, -2,8%; Benevento, -2,8%; Napoli, -1,5%. Caserta risulta, invece, in campo positivo con il +3,6%.

Per rendere più percepibile la gravità della situazione in Campania, basta dare uno sguardo alla graduatoria nazionale delle province per consumi procapite. Salerno si colloca al 93° posto; Avellino al 100°; Benevento al 103°; Napoli al 104° e Caserta, nonostante la fase di recupero nel biennio 2011/2012 al 107°. In valori assoluti la distanza dalla prima in classifica – Milano, dove i consumi pro capite sfondano la soglia dei 22.000 € – supera i 10.000 euro. «Un vero e proprio abisso – commentano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno – che non è destinato ad assumere dimensioni meno consistenti, purtroppo, almeno nei prossimi diciotto mesi».

Il presidente Antonio Lombardi:  «A rischio l’equilibrio sociale, indispensabile accelerare gli investimenti per rimettere in moto l’economia regionale».

«L’analisi delle dinamiche dei consumi delle famiglie – sottolinea Antonio Lombardi, presidente di ANCE Salerno – aggiunge altre conferme ad un quadro di estrema difficoltà del tessuto sociale ed imprenditoriale della Campania. Preoccupa non solo la ridotta capacità di spesa delle famiglie che si riflette drammaticamente nel circuito del commercio e non risparmia neanche l’alimentare, ma anche la prospettiva ormai ampiamente consolidata di un crescente divario di tenore di vita con le regioni del centro-nord. Un trend che dal punto di vista dei consumi non varierà concretamente almeno nel breve/medio periodo. A questo punto – continua Lombardi – bisogna uscire dalla fase di stallo degli investimenti pubblici e procedere ad un’accelerazione in grado di produrre effetti concreti in tempi strettissimi. Proprio la cantierizzazione di tante opere inspiegabilmente ferme per le più svariate ragioni può essere il punto di ripartenza per immettere liquidità nei territori. È a rischio l’equilibrio sociale del Mezzogiorno e della Campania – conclude Lombardi – soprattutto perché al prolungato disagio delle famiglie si aggiunge la mancanza di una reale prospettiva di ripresa dell’economia».