Yara Gambirasio conosceva il suo assassino possibile incontro in chiesa

Ad esserne convinti gli investigatori che ora, dopo il fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, stanno ricostruendo i possibili punti di contatto tra la vita della ginnasta e il muratore di Mapello. I Gambirasio erano assidui frequentatori, la famiglia Bossetti sempre presente alla messa della domenica. “Qui potrebbero essersi conosciuti – dicono gli inquirenti – Di certo l’assassino non ha scelto a caso la sua vittima”.

Bossetti fa il muratore e due giorni fa gli è stato sequestrato un Peugeot ranch di colore chiaro che usava per lavoro. Un furgone bianco fu segnalato da diversi testimoni mentre si allontanava a tutta velocità lungo la strada a nord della palestra, ultimo luogo in cui fu vista viva Yara e una donna di Ambivere raccontò anche di aver sentito delle grida provenire dal mezzo. Ma è anche vero che la polvere di calce era presente nel cantiere del centro commerciale di Mapello, dove i cani puntarono subito fiutando le tracce della ragazzina. Il cellulare di Yara aggancia per l’ultima volta alle 18.49 del 27 novembre la cella di Mapello, in via Natta, dopo di che viene spento. L’analisi dei tabulati ha «”ercato di individuare soggetti presenti in quell’area nelle ore di interesse, che svolgessero professionalmente attività edilizia” ed ecco che spunta l’utenza intestata a Bossetti. “Questa agganciava alle ore 17,45 la cella di via Natta a Mapello, compatibile con le celle agganciate dal cellulare di Yara quel pomeriggio. Successivamente quell’utenza non faceva più comunicazioni fino alle 7,34 del mattino successivo”. Il muratore è già in zona un’ora prima della scomparsa della ginnasta, uscita di casa alle 17.30 per recarsi in palestra. Ha consegnato all’allenatrice la musica per il saggio, ha assistito alla prova generale delle compagne e un’ora dopo se ne è andata. Da quel momento è sparita, inghiottita nella notte di Brembate.

Abitudini e relazioni di Bossetti vengono passate al setaccio, come spiega il questore di Bergamo Fortunato Finolli “ci sono numerosi altri accertamenti da svolgere, per capire se abbia agito da solo o se qualcuno fosse al corrente di qualcosa e non l’abbia rivelato per complicità”.