I Suoni del Silenzio Co-Estistenze, il 22 giugno a Taormina

Terribile 1Per l’Evento del Secolo, la Santificazione di Papa Giovanni Paolo XXIII e Papa Giovanni Paolo II è stato chiamato ad aprire uno degli eventi più significativi indetto dal Vaticano, I Papi della Gente, il 29 aprile all’Auditorium della Conciliazione di Roma, componendo il brano Animae Mundi, il primo e unico omaggio musicale nel suo genere per i due Pontefici più amati al mondo. Musicista eclettico e polistrumentista tra i più stimati nei migliori contesti di musica live d’Italia. Stiamo parlando di Vito Terribile, genovese, attivo sul proscenio nazionale ed internazionale da più di Vent’anni. Una autentica rivelazione, Vito Terribile, certamente sul piano musicale ma anche per il suo modo straordinario di concepire il proprio ruolo di artista e l’importante funzione comunicativa della musica in primo luogo e dell’arte in esteso.

Come definisce la sua musica? Un viaggio tra il classico e nuove tecnologie musicali? Credo che le melodie semplici siano le più adatte ad arrivare all’emotività di tutti. Uso ogni strumento, sia acustico sia elettronico, per arrivare a trasmettere l’emozione che voglio raccontare, utilizzando tutte le forme strumentali, senza nessun filtro

 Come nasce il Progetto artistico I Suoni del Silenzio Co-Estistenze Ogni brano nasce da una condizione emotiva diversa. Alcuni di loro, come “Ali Libere”, sono stati veri e propri sogni. In questo caso mi svegliai alle tre di notte e mi misi subito a “suonare” il sogno appena fatto. Mi sono accorto, negli anni, che i brani sono tutti collegati fra loro e ho capito che traducono la mia visione di come “coesistiamo” con alcuni dei fondamentali della vita. Insieme al grandissimo Orchestratore Francesco Marchetti, poi, abbiamo dato linfa armonica alle partiture che l’orchestra, da lui diretta, esegue in concerto accompagnata dal mio pianoforte.

 Quale la reazione di coloro che assistono al concerto I Suoni del Silenzio? Una delle cose più belle dette dalle persone che hanno potuto ascoltare la mia musica e vedere l’anteprima del mio progetto musicale è stata che avrebbero voluto non finisse mai, a dimostrazione che il nostro silenzio interiore, in realtà, è pieno di suoni che la musica risveglia. Quei suoni sono la potenza della nostra anima. Ed io percepisco dal palcoscenico che l’energia positiva, che ho voluto trasferire attraverso la mia musica e tutto l’evento, ad un certo punto riemerge in ogni persona presente, riempendo il teatro ed il cuore, creando un legame tra tutti.

 Come è nato l’incontro con Ilana Yahav, la più grande Sand Artist al mondo, da cui da tempo si è intessuta una autentica affinità elettiva, fondendo alle sue incredibili melodie la poesia di superbe immagini di sabbia, in uno scenario artistico che ha in sé del magico? In modo naturale ed immediato. Vidi una sua performance a Roma circa due anni fa e ne rimasi molto colpito. Aveva una grandissima capacità di emozionare, creando immagini meravigliose ed evocative. Pensai immediatamente che la mia Musica si sarebbe sposata benissimo con i suoi scenari visivi. L’ho semplicemente contattata via e-mail proponendole il progetto. Lei ha risposto che le sembrava interessante e che avrebbe ascoltato volentieri i brani. Subito dopo averli sentiti, si è resa conto che, incredibilmente, trattavano assolutamente temi che anche lei condivideva con uguale filosofia e che le nostre due arti, insieme, creavano un’unione perfetta. Da quel momento in poi, costruire il progetto è stato molto semplice e facile. Come se fosse stato già scritto, da qualche parte, nei nostri destini.

 Perché proprio l’arte della sabbia? La mia Musica, il progetto, parlano di cose naturali, di elementi fondamentali, come l’Acqua o il Vento. Ritengo che la sabbia sia assolutamente in linea con questi elementi. Credo in più che il fatto che sia un Arte che non rimane, che viene ridisegnata di volta in volta, ci ricordi che ogni cosa è impermanente e che dobbiamo continuamente impegnarci se vogliamo godere della meraviglia della Vita.

Il suo viaggio artistico toccherà varie città d’Italia ma andrà anche all’estero, Tel Aviv, Washington, New York. La sua musica manda un messaggio universale? La Musica è un linguaggio universale. Trovo che sia il mezzo più adeguato per trasmettere messaggi costruttivi. I temi che trattiamo nel progetto sono condivisibili da chiunque popoli il nostro pianeta perché, nonostante le differenze esteriori date dalla diversa morfologia, ogni essere umano all’interno è e funziona in modo identico all’altro. Ed io personalmente, penso che siamo tutti legati tra noi, come esseri viventi e come fratelli. Ognuno di noi, consapevole o meno, ha bisogno di questi fondamentali per vivere per cui, sicuramente, la mia musica trasferisce un messaggio forte e aperto a tutti. 

Il nostro Tour si apre l’11 maggio al Teatro Politeama di Palermo, con un evento esclusivo promosso dalla prestigiosissima Fondazione Roma-Mediterraneo, presieduta da un uomo di straordinaria sensibilità umana e culturale, il Prof. Emmanuele F.M. Emanuele a cui sono profondamente grato per la Sua attestazione di stima. Saremo poi, il 22 giugno nell’incomparabile cornice del Teatro Antico di Taormina, nell’ambito del Festival di Taormina Arte. A Roma, il 29 giugno in Piazza del Campidoglio. Poi molte altre date in Italia. Daremo il via al Tour estero iniziando, in novembre, dall’Ambasciata Italiana a Washington in Occasione della Celebrazione del  Semestre della Cultura Italiana.

Stiamo vivendo un momento storico particolare. Crisi economica fortissima e, a cascata, grande disagio psicologico per l’essere umano. Quanto la musica può sostenere, indagare, risolvere? Il concetto dei “Suoni del Silenzio” nasce proprio per dare un aiuto al disagio comune dell’umanità. Ricordare a tutti, attraverso uno spettacolo, di quanto siamo meravigliosi, capaci, unici, come esseri umani, di responsabilizzare tutti in qualche modo, senza far leva sulle colpe, ma auspicando ad una nuova identità della sfera umana nella condivisione di valori condivisi. Tutta l’umanità si è fatta distrarre e ha fatto scelte sbagliate mettendo al centro delle società valori che, con il tempo, stanno dimostrando il loro fallimento, proprio perché basati sulle  debolezze dell’animo umano.

Una sorta di psicoterapia con le arti della musica e del disegno? Il nostro spettacolo non ha la presunzione di essere una cura ai mali dell’anima. Magari lo fosse!! Ha semplicemente lo scopo di trasferire un messaggio di pace e di unione verso quella che credo sia l’unica strada per salvare il nostro pianeta e l’umanità. Abbiamo scelto di farlo unendo diverse forme d’arte che usando ciascuna il proprio codice espressivo parlino comunque lo stesso linguaggio, veicolando un messaggio univoco di grande forza comunicativa: le sane Co-Esistenze, nell’arte come nella vita,  edificano valore. Siamo tutti connessi gli uni agli altri da fili invisibili ma assolutamente reali, come le nostre emozioni.