Industria culturale, Vicenza prima provincia veneta nella classifica di ricchezza prodotta

Vicenza è la prima provincia veneta nella classifica della ricchezza prodotta dal sistema produttivo culturale e nella top five a livello nazionale sia in termini di occupazione (terza) sia in termini di valore aggiunto (quinta).

È quanto emerge dal Rapporto 2013 “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi” elaboratoda Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla cultura della Regione Marche per misurare annualmente il peso della cultura nell’economia nazionale, rivelando quindi anche le province e le regioni più produttive.

La provincia italiana al primo posto per incidenza del valore aggiunto del comparto cultura sul totale dell’economia risulta Arezzo (8,4%), seguita da Pordenone (8,2%), Pesaro Urbino (8,1%), Milano (7,9%) e Vicenza (7,8%), appunto, che risulta quindi la prima provincia veneta in questa speciale classifica, che vede poi Treviso al sesto posto (7,5%) e Verona al decimo a pari merito con Pisa (6,8%).

La provincia vicentina inoltre si piazza al terzo posto nella graduatoria per l’incidenza dell’occupazione sul sistema produttivo con il 9%, alle spalle di Arezzo (9,9%) e Pesaro Urbino (9,6%).

In valori assoluti i dati dello studio Unioncamere-Symbola rivelano che la ricchezza prodotta dall’industria culturale vicentina è pari a quasi 2 miliardi di euro e impiega 37 mila persone.

Lo studio inoltre evidenzia che nella provincia vicentina l’apporto più rilevante, il 68%, arriva dalle industrie creative (architettura, comunicazione e branding, artigianato, design e produzione di stile), seguito da quello delle industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa) con circa il 28%, poi da performing arts e intrattenimento (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere) e da patrimonio storico-artistico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici) che arrivano insieme ad un contributo di circa il 4%.

“È la traduzione in numeri – commenta soddisfatto il vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci – di argomenti apparentemente teorici e fumosi che da un anno questa amministrazione sta facendo, a partire dalla necessità di costruire un nuovo rapporto tra pubblico e privato. Perchè, pur non avendo competenze dirette su lavoro ed economia, vogliamo svolgere un ruolo di stimolatori puntando su creatività e innovazione per ritrovare competitività nel mercato globale. È in quest’ottica che parteciperemo all’Expo l’anno prossimo ed è in quest’ottica che coltiviamo l’idea del polo della creatività, un luogo dove il mondo delle imprese possa interagire pienamente con la sfera pubblica della cultura, dove si faccia formazione, esposizione, scambio di esperienze con altri Paesi e altre realtà. E non siamo gli unici a pensarla così: ci sono altri soggetti e iniziative che nel vicentino condividono con noi l’importanza dell’apporto di creatività, ricerca, innovazione, come fattori di crescita e di competitività internazionale. Come la Fiera, con i suoi progetti di internazionalizzazione e analisi e sviluppo sulle tendenze, la Scuola d’arte e mestieri, i progetti come Valore Artigiano promosso dalle due sigle rappresentative degli artigiani. E giusto ieri il presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto nel suo intervento in assemblea metteva giustamente al centro dell’investimento che il territorio deve fare proprio questi concetti, di creatività, innovazione e ricerca, come elementi cardine per trainare la ripresa. Anche nel nostro territorio, dunque, come in tutta Italia, la cultura è un fattore decisivo di sviluppo sociale ed economico”.