Motta Visconti, Carlo Lissi si è accanito su moglie e figli

Una strage maturata in ambito familiare. Un marito che ha agito senza pietà e ha anche provato a depistare le indagini. E’ quanto emergerebbe dagli sviluppi del caso che ha sconvolto il centro lombardo. Cristina Omes, 38 anni, e i suoi due bambini, Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi, sono stati sgozzati. Carlo Lissi è stato sentito per ore, richiamato più volte in caserma, fino alla decisione di arrestarlo con l’accusa di triplice omicidio. Nella villetta c’era sangue ovunque e i corpi della bambina nella sua cameretta, del piccolo nel letto matrimoniale e della donna, in soggiorno, martoriati. La cassaforte aperta e i contanti in essa contenuti, una cifra di non particolare entità, pare, spariti, ma senza segni di effrazioni evidenti sul forziere o sulla porta. L’accanimento e l’assassinio del bimbo più piccolo, avevano fatto propendere i Carabinieri di Milano, che conducono le indagini, verso un ambito privato. I militari hanno cominciato a propendere per la pista familiare subito dopo le prime fasi di indagine. Il fatto stesso che nella strage non fosse stato risparmiato nemmeno il più piccolo dei due bambini, di appena 20 mesi, rendeva meno credibile la pista esterna, di una sanguinosa rapina, e il mancato ritrovamento dell’arma del delitto nelle immediate vicinanze dei cadaveri rendeva difficile uno scenario di omicidio-suicidio.

Il marito, risentito più volte, non aveva convinto gli inquirenti con la sua versione, ed erano emersi possibili gravi tensioni nella coppia.