Cgil, Cisl e Uil Basilicata su legge di riforma Arpab

“Si riprenda presto il confronto in sede politica sulla legge regionale di riforma dell’Arpab, dopo la sospensione chiestaci dall’Assessore Berlinguer per coordinare la nuova normativa regionale con la legge nazionale in dirittura di arrivo e – come già concordato con l’Assessore Berlinguer – solo dopo si discuta del regolamento attuativo alla luce delle nuove norme. Di solito quando si costruisce una casa si parte dalle fondamenta non certo dall’arredamento”. Lo sottolineano in una nota Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Basilicata che ribadiscono e per conto delle proprie organizzazioni e federazioni di categoria (Fp Cgil, FP Cisl, Uil FPL, Filctem Cgil, Femca Cisl, UilTec) che “non parteciperanno a nessun tavolo sul regolamento fino a che non saranno chiariti punti fondamentali nella nuova legge, dal potenziamento della missione istituzionale dell’Arpab alla valorizzazione delle diverse professionalità tecniche, scientifiche e di ricerca presenti, fino al giusto riconoscimento delle professionalità presenti nell’Agenzia”. 

“La Regione dia segnali chiari, smetta con annunci e diffide e si adoperi per garantire quella gestione dell’agenzia che finora è stata discutibile, rilanciando la funzione dell’Arpab e le sua missione a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Un’Arpab che non funziona, tanto nel quotidiano che nella pianificazione strategica, è un’ipoteca seria sulla credibilità della Regione, un ostacolo a quello sviluppo necessario basato su imprese che non distruggano ambiente e salute, una potenziale bomba ad orologeria per migliaia e migliaia di cittadini che devono poter contare sempre su un sistema efficace e trasparente di controlli, interventi e se necessario sanzioni e divieti. Confidiamo- conclude la nota – che la Giunta Regionale intervenga presto, ci dica se intende riprendere la discussione sulla legge di riforma dell’Arpab e se intende mettere mano seriamente ad una direzione che ha dimostrato in questi anni tutti i propri limiti ed errori, nonostante le ripetute iniziative di Cgil, Cisl e Uil e delle rappresentanze sindacali unitarie”.