Afa Day, oltre 25.000 gli over 55 toscani che fanno attività fisica

Muoversi fa bene a tutte le età. Per contrastare gli effetti negativi della sedentarietà, prevenire la disabilità, impedire l’aggravarsi delle malattie. E se l’attività fisica è importante per tutti, lo è ancora di più per l’anziano, soprattutto se affetto da malattie croniche. Per questo ormai dal 2005 la Regione Toscana ha introdotto in tutte le Asl l’Afa, Attività fisica adattata: programmi di attività fisica condotti da istruttori esperti e rivolti agli anziani, anche a quelli con particolari patologie. Oggi in Toscana sarà l’Afa Day, che ogni azienda celebrerà a suo modo, con incontri, manifestazioni, momenti di intrattenimento.

I primi corsi Afa sono partiti in sordina in Toscana già dal 2000, poi una delibera del 2005 li ha introdotti ufficialmente. Alla fine del 2013, l’Afa era erogata in 1.670 classi del 78% dei comuni toscani, in oltre 718 palestre/piscine/spazi adattati, con la partecipazione di oltre 25.000 persone. E il numero di classi e partecipanti è in costante crescita. I corsi sono rivolti agli anziani, ma in realtà sono frequentati dai 55 anni in su. I programmi Afa sono promossi e coordinati da Asl e Società della Salute, erogati da enti profit e no-profit in palestre e piscine. Gli istruttori sono laureati in scienze motorie (o titoli di studio equivalenti) o fisioterapia. Ai partecipanti viene chiesta una quota di 5 euro per l’assicurazione, e un contributo di 2,20 euro a seduta per gli esercizi in palestra, e di 2,50 per quelli in piscina. Gli esercizi vengono svolti in gruppo: in media 17 partecipanti per 2 o 3 sedute alla settimana. Si tratta di esercizi appositamente studiati per persone con malattie croniche: artrosi, osteoporosi, Parkinson, ictus, finalizzati alla modificazione dello stile di vita, e alla prevenzione secondaria e terziaria della disabilità.

“L’evidenza scientifica indica che numerose condizioni di malattia e disabilità sono prevenibili con l’adozione di corretti stili di vita – spiega Francesco Benvenuti, direttore del Dipartimento Territorio-Fragilità della Asl 11 di Empoli, azienda che in Toscana ha un ruolo leader nella promozione dell’Afa – Gli ultimi Piani sanitari nazionali e regionali si sono posti l’obiettivo prioritario di promuovere stili di vita positivi per la salute: in questo ambito, l’attività fisica regolare è riconosciuta avere un ruolo determinante. E’ stato dimostrato che la sedentarietà conseguente a numerose malattie croniche è causa di ulteriori menomazioni, che aggravano la perdita delle capacità funzionali dovute alla malattia primitiva e inducono nuove disabilità e ulteriore riduzione della partecipazione sociale. Per contrastare questo progressivo decadimento funzionale – conclude – sono stati promossi i programmi di Afa, disegnati appositamente per partecipanti con specifiche alterazioni dello stato di salute e volti a impedire che la disabilità insorga o si aggravi”.

L’Afa ha destato interesse anche fuori dalla Toscana. Esperienze simili sono partite anche in molte altre regioni: Piemonte, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Lazio, Basilicata, Veneto, Lombardia. Nel 2011 il Ministero della salute l’ha recepita nel Piano di indirizzo per la riabilitazione. Progetti di ricerca sono stati condotti dalla Regione Toscana in alcune Asl, con la collaborazione scientifica dell’Università di Firenze, l’Istituto Superiore di Sanità, la Fondazione Don Gnocchi e alcuni centri Usa, quali i National Institutes of Health, l’Unievrsità del Mariland Baltimore County, e l’Università del Delaware. Anche grazie a questi studi, è stato verificato che l’Afa: è sicura anche per soggetti molto anziani e fragili; migliora il mal di schiena e altre condizioni dolorose dovute alla scarsa attività motoria; migliora il movimento e il cammino; riduce l’isolamento sociale; migliora l’umore dei partecipanti.

Il giornale medico scientifico della Veteran Administration degli Usa ha definito il programma Afa della Toscana “the largest community-based exercise program in the world established specifically for chronic disease prevention anda management”.