Santa Cecilia 2014-2015, la musica alle stelle

santa cecilia coroSir Antonio Pappano, naturalmente. E poi Kent Nagano, Myung-Whun Chung, Ramin Bahrami, Lang Lang, Alessandro Carbonare. I nomi della prossima stagione dell’Accademia di Santa Cecilia sono in linea con la statura di una delle migliori orchestre sinfoniche al mondo. Che si accinge a una lunga tournée nella vasta Cina e nell’esigente Giappone, a novembre. Ma l’Accademia è anche un’istituzione vitale e aperta, in grado di far incontrare stelle di prima grandezza. Agli ingredienti che marcano da anni i palinsesti di Santa Cecilia – ampiezza di repertori, programmi bilanciati tra pagine popolari e rarità, nuovi progetti e prime esecuzioni, spazio ai talenti under 30 – si aggiunge, nel ciclo che va da ottobre 2014 a ottobre 2015 (estate compresa), la serie delle stelle in coppia.

Ecco dunque Pappano, il direttore artistico, con il pianista russo Evgenij Kissin al concerto d’apertura. Poi la lista è lunga: di nuovo Pappano con Barbara Hannigan, Kent Nagano con il pianista-rivelazione Benjamin Grosvenor, Valery Gergiev e Leonidas Kavakos che celebrano Prokof’ev. E il connubio tra Jurij Termirkanov e Martha Argerich. E l’esplosione contemporanea del duo Peter Eötvös (direttore) / Martin Grubinger (percussionista). E le coloriture latino-balcaniche aleggianti nella simbiosi tra Pablo Heras-Casado sul podio e il chitarrista montenegrino Milos Karadaglic. E Uri Caine, l’anarchico americano del pianoforte, che improvvisa su Bach con Mario Brunello.

E poi, in dissolvenza incrociata, mentre sfuma la stagione canonica prende forma l’estate di Santa Cecilia. Il via sulla piazza del Campidoglio la notte della musica (21 giugno 2015). Quindi, in crescendo, omaggi a Roma tra Respighi e novità contemporanee, gli evergreen di Čajkovskij, Ennio Morricone, orchestre da ogni parte del pianeta (dal Qatar al Brasile), per chiudere già in autunno con un gala Meyerbeer.

Santa Cecilia, perfezione di un’orchestra dal suono caldo e dalla smagliante forma tecnica. Musica senza confini e steccati, che “fa bene” – come recita lo slogan dell’Accademia.

Presentata la stagione 2014-205 – sinfonica e cameristica – dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Si conferma per il nuovo anno la vitalità dei palinsesti dell’Accademia, ormai istituzione musicale di prima grandezza su scala mondiale: nomi importanti e giovani leve di successo; poliedricità dei repertori (che spaziano dall’antico al contemporaneo, come dalle pagine più popolari alle rarità e alle prime esecuzioni assolute); lunga durata (grazie alla corposa “coda” estiva); capacità di mettere in moto energie e di far incontrare grandi esecutori, per concerti da tutto esaurito e per progetti inediti.

La nuova stagione, che si spinge fino al 23 giugno 2015, prende il via il prossimo 25 ottobre con sir Antonio Pappano sul podio e con il pianista russo Evgenij Kissin. Quest’ultimo esegue il Concerto per pianoforte n. 2 di Rachmaninov. Orchestra e coro dell’Accademia danno voce a Una notte sul Monte Calvo di Musorgkij (versione per basso, coro, coro di bambini e orchestra) e all’Alpensymphonie di Richard Strauss. La stessa pagina di Strauss – di cui ricorrono quest’anno i 150 anni dalla nascita – farà parte del programma che Pappano e l’orchestra di Santa Cecilia porteranno al pubblico cinese e giapponese in una lunga tournée che toccherà Pechino, Shanghai, Kyoto, Tokyo, Miyazaki e Nagoya.

Il direttore artistico anglo-italiano sarà presente più volte nel corso della stagione: il 27 febbraio lo si potrà ascoltare in un fuori programma con Aida in forma di concerto, che sarà registrata per un cd Warner Classics. A marzo sir Pappano dirige in prima mondiale La nuova Euridice secondo Rilke, cantata in due tempi di Salvatore Sciarrino commissionata da Santa Cecilia. Il lavoro, ispirato a Orfeo. Euridice. Ermete di Rilke, vedrà come solista la grande soprano canadese Barbara Hannigan. Nello stesso concerto il Magnificat di Johann Sebastian Bach: il terzo incontro di Pappano con le grandi pagine sacre bachiane dopo laPassione secondo Matteo e la Messa in si minore. A maggio, infine, il chairman di Santa Cecilia se la vede con l’Ottava sinfonia di Anton Bruckner.

La stagione 2015-2015 sciorina poi la sua rosa di direttori e solisti, con robusta presenza della nuova generazione cui Santa Cecilia – come è ormai tradizione – fa da ribalta. Ecco dunque a novembre Fabio Biondi con l’orchestra Europa Galante (in quei giorni la sinfonica dell’Accademia è in tournée asiatica) per suonare Vivaldi. Poi Kent Nagano che si affianca all’enfant prodige inglese Benjamin Grosvenor, ora ventiduenne e al debutto sul palco romano, per il Concerto n. 2 per pianoforte di Liszt. E quindi le due settimane con Valery Gergiev e Leonidas Kavakos, riuniti a dicembre per proporre un monumentale “tutto Prokof’ev” con due grandi compagini: l’orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, l’orchestra e il coro di Santa Cecilia. E Myung-Whun Chung che dirige Mahler e Beethoven a maggio. E un altro connubio formidabile, quello di Jurij Temirkanov con Martha Argerich (per il Concerto n. 1 per pianoforte, tromba e orchestra op. 35 di Šostakovič, incastonato tra la Sinfonia n. 94 di Haydn e la Sinfonia n. 8 di Dvořák). E ancora un abbinamento, in questo caso all’insegna del contemporaneo: Peter Eötvös e Martin Grubinger fra 31 gennaio e 3 febbraio, direttore ungherese e percussionista austriaco, per eseguire Speaking Drums, sette poemi per percussioni e orchestra dello stesso Eötvös, scritto tra il 2012 e il 2013, oltre a pagine di Ligeti, Ives e Gershwin. E la coppia costituita da Pablo Heras-Casado (direttore) e dal giovane chitarrista montenegrino Milos Karadaglic (che a trent’anni è già una star) con il Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo. E un’altra giovane star, il pianista Krystian Zimerman, che esegue il Concerto n. 1 di Brahms con Mikko Franck per la prima volta sul podio di Santa Cecilia. E infine, a giugno, la chiusura di stagione con l’americano William Eddins, in doppia veste di direttore e pianista, e un programma tutto dedicato a Gershwin.

Parte in quarta anche la stagione da camera, il 31 ottobre con Ramin Bahrami che interpreta Bach da grande “eretico”, fusione di rigore e pathos, con tanto di impiego (moderato e accorto) del pedale che prolunga il suono. Bahrami è solo il primo di una lunga serie di pianisti di primissimo piano: Daniil Trifonov, Lang Lang, Mikhail Pletnev, Yuja Wang, Helène Grimaud, Krystian Zimerman, Grigory Sokolov, Rafal Blechacz, Arcadi Volodos. A sua volta, l’orchestra di Santa Cecilia si scompone in formazioni cameristiche: a dicembre i Fiati dell’Accademia, poi l’Orchestra d’Archi, l’Accademia Barocca (che propone il primoOrlando furioso di Vivaldi, quello del 1714, grazie al lavoro di ricostruzione compiuto dal direttore Federico Maria Sardelli) e il Coro di Santa Cecilia (che si consacra a Schubert con il pianistaAlexander Lonquich). E anche nella stagione da camera c’è Pappano, in veste di pianista per accompagnare Alessandro Carbonare, primo clarinetto di Santa Cecilia e solista di fama internazionale. E anche la cameristica ha il suo momento sperimentale: Uri Caine e Mario Brunello insieme per Bach Network, performance che alterna rigorose esecuzioni bachiane e improvvisazioni libere.

Il 23 giugno finisce Santa Cecilia, il 21 giugno ricomincia Santa Cecilia: parliamo della stagione estiva. Che parte dalla michelangiolesca piazza del Campidoglio e dalla Festa Europea della Musica (quest’anno la ventesima della serie), con le Danze Polovesiane di Borodin e la Sinfonia n. 5 di Čajkovskij dirette da Stanislav Kochanovsky. Poi si torna all’Auditorium e torna anche Pappano con un omaggio a Roma: i due must di Respighi (Fontane di Roma e Pini di Roma) e la prima italiana della Sinfonia n. 10 “Alla ricerca di Borromini” di sir Peter Maxwell Davies. La pagina, commissionata da tre orchestre (Santa Cecilia, Čajkovskij Symphony Orchestra, London Symphony Orchestra), s’ispira al Borromini e alle sue architetture e contiene testimonianze letterarie: un sonetto di anonimo del XVII secolo dedicato al Borromini, estratti dell’Opus Architectonicum del Borromini stesso, stralci di poesie di Leopardi.

E l’estate ceciliana prosegue con tre serate dedicate a Čajkovskij, il 3-10-17 luglio. Vengono eseguite le pagine più popolari: Schiaccianoci, Bella addormentata, il Concerto per violino, ilConcerto per pianoforte n. 1, Il lago dei cigni, Evgenij Onegin, Ouverture 1812. Poi è la volta diEnnio Morricone: il 24 luglio nella Sala Santa Cecilia con le sue celebri colonne sonore; il 12 settembre nella Chiesa del Gesù con il maestro che dirige, in prima esecuzione mondiale, la suaMissa Papae Francisci “Anno ducentesimo a Societate Iesu restituta”, composta in occasione dei duecento anni della ricostruzione della Compagnia di Gesù.

Settembre, tempo di migrare. E a settembre arrivano quattro orchestre “migranti”: il 9 settembre la Qatar Philharmonic Orchestra (musiche di Ranjbaran, Rachmaninoff e Čajkovskij); il 12 l’Orquesta Filarmonica Nacional de Mexico (musiche di Moncayo, Rodrigo, Revueltas, Chávez/Buxtehude, Piazzolla, Márquez); il 15 l’Orchestra Sinfonica Juvenil de Bahia con la grande Martha Argerich (musiche di Čajkovskij, Villa Lobos, Bernstein); il 29 settembre laTurkish National Youth Philharmonic (musiche di Strauss, Čajkovskij, Musorgskij). Infine, con le prime brezze autunnali, il finale: il 6 ottobre gala dedicato a Meyerbeer a 150 anni dalla morte. Dirige sir Pappano, soprano solista (per la prima volta a Santa Cecilia) Diana Damrau.

Per i dettagli dei programmi, www.santacecilia.it.