Viaggi della Memoria, studenti romani in visita al campo di concentramento Ferramonti di Tarsia

Ha preso il via questa mattina, con la visita al campo di concentramento fascista di Ferramonti di Tarsia, la nuova tappa dei Viaggi della Memoria delle scuole romane.

Partecipano all’iniziativa 168 ragazze e ragazzi di 28 scuole medie e 28 docenti, accompagnati dall’assessore capitolino alla Scuola, Infanzia, Giovani e Pari Opportunità, Alessandra Cattoi.

La particolarità di questo viaggio di due giorni sta nell’approfondimento della tematica relativa alle forme di internamento praticate direttamente dal regime fascista.

I primi internati furono condotti a Ferramonti, nel comune di Tarsia in provincia di Cosenza, il 20 giugno del 1940, all’indomani dell’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Si trattava di ebrei stranieri presenti per motivi di studio o di lavoro sul territorio italiano, ai quali si unirono presto ebrei italiani e dal 1941 antifascisti italiani e stranieri e altri gruppi di persone invise al regime. Ferramonti divenne presto il più grande campo di concentramento fascista italiano, con 92 capannoni, su un’area di circa 160mila metri quadrati circondati da filo spinato. Otto garitte permettevano di sorvegliare i movimenti degli internati all’interno del perimetro del Campo.

Il viaggio a Ferramonti rientra nell’ambito del progetto per le scuole romane dedicato alla memoria, il cui scopo è la comprensione degli eventi che hanno caratterizzato il Novecento e la promozione dei valori della democrazia, dell’integrazione e il rifiuto di ogni forma di violenza.

La prima fase del progetto ha già visto la partecipazione, nello scorso ottobre, di 145 studentesse e studenti delle scuole superiori al viaggio presso i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. Il prossimo 19 maggio verrà inaugurata una mostra al Vittoriano con l’esposizione dei migliori elaborati realizzati dai partecipanti alle varie iniziative sull’intero progetto “Roma ricorda: occupazione e deportazione, resistenza e liberazione”.