Pinocchio l’inganno felice, si conclude la prima fase del laboratorio teatrale Daf

“Sono stati sette giorni intensi, di grande impegno e passione, pieni di novità e sorprese anche per me. Tanta la carne al fuoco, ma amo lavorare per accumulo specie quando, come in questo caso, i partecipanti sono molto motivati”. A parlare è l’attore Angelo Campolo ideatore, insieme ad Annibale Pavone, del laboratorio teatrale “Pinocchio, l’inganno felice”.

Dal 29 aprile all’8 maggio, venticinque ragazzi sono stati coinvolti in una full immersion creativa, che ha utilizzato il Pinocchio di Collodi come pretesto per una riflessione teatrale e una ricerca intorno al “perché” e al “come” nasce una bugia oggi.

“Abbiamo interrogato innanzitutto il corpo, con esercizi di composizione, relazionandoci allo spazio, al tempo e alla forma”, spiega Campolo. “Parallelamente ho chiesto ai ragazzi di improvvisare, scrivendo dei veri e propri dialoghi per smascherare l’inganno e lavorando istintivamente sulla base di immagini, scelte da loro, che rappresentassero un’idea di bugia. Infine abbiamo analizzato e riscritto scenicamente le tante tracce testuali raccolte, il mese prima di cominciare il laboratorio, sul blog http://teatrodellesattafantasia.wordpress.com/. Il risultato è stato sorprendente e inaspettato per tutti”.

“E’ la prima volta che partecipo a un laboratorio teatrale”, afferma Patrizia Ajello, cantautrice e organizzatrice di eventi. “Questi primi giorni di laboratorio sono stati decisamente coinvolgenti, interessanti e ricchi di spunti di riflessione e ispirazione. Dalla seconda parte del percorso mi aspetto la continuazione di un bel cammino, interiore e di gruppo”.

“Pinocchio, l’inganno felice” riprenderà infatti a fine giugno con Annibale Pavone, per un mese di studio e approfondimento dei temi affrontati nella fase di laboratorio appena conclusasi. Un lavoro che culminerà intorno a metà luglio con un vero e proprio spettacolo.

“In questo momento difficile per la stato culturale della nostra città, sento che in giro c’è molto fermento, tanti altri laboratori, scuole e piccole compagnie”, conclude Angelo Campolo. “Tutto questo non va disperso, ma incoraggiato, lavorando sulla formazione del pubblico e su nuove proposte aperte al coinvolgimento di tutti”.