Campo Marzo, il Festival Show non si farà

“Il Festival Show sarebbe costato 25.000 euro, troppi soldi per una sola serata. Abbiamo scelto di destinare quella cifra al finanziamento di tanti eventi per animare l’estate a Campo Marzo”.

Il vice sindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci alcuni giorni fa ha comunicato attraverso gli uffici comunali agli organizzatori della manifestazione canora la scelta di non organizzare l’evento la prossima estate.

“Obiettivo dell’Amministrazione è fare di Campo Marzo un punto di riferimento quotidiano per i cittadini durante i prossimi mesi con eventi, manifestazioni, appuntamenti musicali, culturali, sportivi con la collaborazione di associazioni e altre realtà del territorio, esercenti e semplici cittadini – spiega Bulgarini -. Insieme al consigliere delegato per Campo Marzo, Stefano Dal Pra Caputo, ci siamo quindi chiesti se avesse senso investire 25.000 euro, la somma necessaria per portare il Festival Show a Vicenza, per una sola serata. Sentito il parere di coloro che operano per la vitalizzazione di Campo Marzo, la risposta è stata negativa. Certo, il Festival Show può portare tanto pubblico in quell’unica serata. Ma a noi non interessa che Campo Marzo si riempia un giorno solo, vogliamo che viva tutti i giorni e per questo stiamo dando vita ad un ricchissimo calendario di eventi: ogni giorno ci sarà un buon motivo per andare a Campo Marzo. Abbiamo quindi scelto di dirottare quei 25.000 euro dal Festival Show al finanziamento di tanti eventi. Si tratta di un segnale politico chiaro a sostegno di tutte le realtà che si stanno impegnando per Campo Marzo e che vogliamo supportare per rilanciare insieme il polmone verde più importante della città, nonché biglietto da visita di Vicenza per i turisti che dalla stazione si dirigono verso il centro storico”.

“In generale, sto sottoponendo a revisione tutti gli investimenti culturali e di spettacolo – conclude il vice sindaco -. Il punto non è investire meno, ma investire meglio. Ci sono iniziative costose e non abbastanza produttive, da un punto di vista culturale, formativo, sociale, e quelle manifestazioni o quei progetti non possono essere mantenuti in vita solo perché hanno una storia, più o meno lunga, alle spalle. Il periodo che viviamo reclama responsabilità e coraggio nel fare scelte chiare e nette”.