Salerno, fondi UE c’è il rischio di ripetere gli stessi errori

Il Cipe ha approvato, il 18 aprile scorso, la proposta di Accordo di partenariato sulla programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 ed avviato il negoziato tra Governo italiano Commissione  Europea per definire il quadro complessivo delle opportunità progettuali a valere sui fondi Ue.

“Siamo fortemente preoccupati – dichiara il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – rispetto a quanto si sta delineando anche per la nuova programmazione Ue. A livello territoriale ci attendiamo sostanziali cambiamenti nelle modalità di individuazione delle progettualità strategiche da sostenere, mentre registriamo, senza soluzione di continuità rispetto a quanto accaduto in passato, una pressoché totale mancanza di interlocuzione dei livelli istituzionali con le varie aree territoriali della Campania”.

“La posta in gioco – continua il presidente Lombardi – è particolarmente rilevante e costituisce senza ombra di dubbio il bacino di risorse finanziarie principale per avviare senza ulteriori ritardi di spesa un vero e proprio piano di rivitalizzazione della nostra economia. Il settore delle costruzioni è pronto a cogliere tutte le opzioni positive che sono contenute nell’accordo di partenariato e mi riferisco in modo particolare ad alcuni obiettivi tematici: sostenibilità ambientale, efficientamento energetico e fonti rinnovabili. La nostra proposta è sempre la stessa: attiviamo subito una task force altamente specializzate dal punto di vista tecnico e professionale a supporto degli Enti Locali e della stessa Regione Campania per accelerare non solo la fase di progettazione, ma anche le altre successive (dal monitoraggio alla verifica ed al controllo dei vari step operativi) e, soprattutto, prevediamo meccanismi di commissariamento e di surroga di tutte le Amministrazioni che mostrano inefficienze e ritardi”.

“Non possiamo correre ancora una volta il rischio – ha concluso Lombardi – di non spendere risorse vitali per il circuito delle imprese e delle famiglie. Basta solo ricordare, come evidenziato nelle scorse settimane dal Centro Studi Ance Salerno, che la spesa da effettuare in Campania nel biennio 2014-2015 a valere sui fondi Por-Fesr della precedente programmazione rappresenta il 68% della dotazione finanziaria complessiva, pari a 3,23 miliardi di euro su 4,76 disponibili. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro”.

La proposta di Accordo di Partenariato approvata dal Cipe prevede risorse a carico dei fondi strutturali per oltre 41,5 miliardi di euro, di cui 21,2 miliardi per il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr); 9,9 miliardi per il Fondo Sociale Europeo (Fse); 10,4 miliardi per il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), cui si aggiungeranno le risorse del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (Feamp) la cui quantificazione sarà definita con il relativo regolamento comunitario di prossima approvazione. A tali risorse comunitarie va sommato il relativo cofinanziamento nazionale, che sarà definito in sede di programmazione operativa.

Nell’Accordo licenziato dal Cipe sono stati individuati 11 obiettivi tematici che si concentrano prevalentemente su alcune aree di riferimento ritenute prioritarie: ricerca e innovazione; sostenibilità ambientale; efficientamento energetico e fonti rinnovabili;  istruzione; trasporti; occupazione e inclusione sociale.

Se non ci saranno stravolgimenti rispetto al documento di partenza, la Campania, nel periodo 2014-2020, avrà in dotazione complessivamente 21,1 miliardi di euro ripartiti in 12,7 miliardi di Fondi Strutturali (Fesr-Fse di competenza per il 50% dell’Unione Europea, per il 35% dello Stato e per il 15% della Regione) e 8,4 miliardi di Fondi per lo Sviluppo e la Coesione. “A conti fatti – evidenziano gli analisti del Centro Studi Ance Salerno sulla base di uno studio elaborato da Ance nazionale – si rendono disponibili per la Campania, sommando i fondi strutturali Ue e quelli Fsc (ex Fas), circa 5 miliardi in più rispetto alla programmazione 2007-2013”.

Sotto il profilo degli ambiti strategici individuati per incanalare gli interventi, l‘Accordo di Partenariato fra Italia e Unione Europea prevede la ripartizione dei 62 miliardi destinati all’Italia in Programmi Nazionali e Multi/Regionali e Programmi Regionali. I primi comprendono 11 programmi nazionali – di cui 2 per il Mezzogiorno (Ricerca e innovazione; Imprese e competitività) e 3 per le regioni meno sviluppate (Infrastrutture e reti, Beni culturali, Legalità). I Programmi Regionali si dividono in 21 Por del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e 21 Por del Fondo Sociale Europeo (Fse).