Medico pisano propone sesso curativo a una paziente

In un servizio trasmesso nel corso di una nota trasmissione televisiva veniva segnalato il caso di una giovane donna, che si era rivolta ad un medico psichiatra di Pisa, il quale le proponeva terapie alternative alla medicina tradizionale riconosciuta dall’Ordine dei Medici. La giovane donna racconta che il medico, approfittando della sua prostrazione psicologica, l’aveva indotta ad affidarsi completamente alle parole della professionista e la sottoponeva a sedute usando un “pendolo”, affidandosi a sistemi di cura shamanici. Il medico, dopo una serie di sedute, conquistata la piena fiducia della ragazza, le avrebbe proposto, come panacea di tutti i suoi mali, delle sedute di “sesso curativo” praticate da un sedicente shamano di origini Sudamericane. A seguito della segnalazione sono state attivate dalla locale Procura le indagini del caso, che hanno portato la scorsa settimana ad effettuare varie perquisizioni in diverse località italiane e l’Ordine dei Medici ha attivato un procedimento disciplinare. Le perquisizioni hanno consentito il rinvenimento di materiale documentale al vaglio degli investigatori. Al momento non si esclude che altri abbiano subito lo stesso trattamento segnalato dalla giovane donna. E’ comprensibile che per vergogna, timore o essendo stati “ammaliati” dalla figura del professionista della mente, non abbiano avuto il coraggio di parlarne vista la delicatezza degli argomenti trattati. Spesso le persone che subiscono taluni generi di reati non si rendono conto di essere delle “vittime” a causa di una fragilità psicologica dovuta a vissuti personali o per la soggezione provata nei confronti di coloro in cui erroneamente hanno riposto la loro fiducia. All’interno della Squadra Mobile della Questura di Pisa esiste un pool di “investigatrici specialiste” il cui lavoro è volto principalmente alla trattazione dei reati e delle violenze c.d. “di genere” , che colpiscono le fasce deboli della società. Un punto cardine in questo genere di indagini è proprio la raccolta della testimonianza delle vittime che trovano negli investigatori un ascolto empatico e privo di pregiudizi. In particolare per i reati a “sfondo sessuale” e quelli che coinvolgono la sfera emotivo-psicologica , ancora oggi nella nostra società vi è un’atavica remora al racconto per la paura di non esser credute.