Roma, Libri come all’Auditorium quest’anno si parla di lavoro

libricomeE’ il lavoro il filo conduttore della quinta edizione di Libri come, la festa del libro e della lettura da giovedì 13 a domenica 16 marzo all’Auditorium. Quattro giorni di incontri e dibattiti, nella chiave tipica di questa rassegna vorace di stimoli e ubiqua (spalmata com’è tra sale da concerto, foyer, Teatro Studio e le “officine” del Garageall’uopo allestito): la relazione, declinata come incontro tra scrittori e pubblico, confronto tra scrittori, abbinamento tra vicende creative individuali e grandi temi contemporanei.

Lavoro, dunque. La parola più pronunciata in quest’epoca più “ergocentrica” che egocentrica, ossessionata dal lavoro in quanto motore della macchina produttiva, imperativo morale che surroga tutti gli altri più o meno in rotta e in primo luogo (soprattutto dalle nostre parti) araba fenice, grande assente. Il lavoro che, proprio nella parte di mondo che più lo venera, più viene a mancare: il lavoro, sembrerebbe, che si auto-fagocita.

All’Auditorium se ne parla diffusamente, sugli assi corrispondenti alle tre domande che oggi s’impongono: come cambia il lavoro? Come va tutelato? Come reinventarlo? Se ne dibatte nelle conferenze tenute da autorità mondiali in materia – il sociologo americano Richard Sennett, l’etno-antropologo francese Marc Augé – e nelle due maratone finali di sabato e domenica, cui contribuiscono sia esperti che scrittori.

E intrecciando riferimenti al topic e storie proprie, e della propria scrittura, si presentano al pubblico romano i grandi nomi della narrativa italiana e straniera: John Grisham, Andrea Camilleri, l’irlandese John Banville, gli americani Donna Tartt e Philipp Meyer, la coreana Kyung-sook Shin, la britannica Taiye Selasi. Si presentano, e dialogano in confronti a tema tra autori, saggisti e giornalisti, le “coppie” Mauro Corona – Antonio Pennacchi, Michele Serra – Sandro Veronesi, David Grossmann – Antonio Moresco. E il quartetto costituito dal premio Pulitzer Jhumpa Lahiri con Melania Mazzucco, Francesco Piccolo e Stefano Rodotà.

Libri come, ovviamente, non è solo narrativa. Per la saggistica sono attesi gli americani Camille Paglia (sociologa) e Jared Diamond, (scienziato) gli italiani Massimo Recalcati (psicanalista lacaniano), Giuseppe De Rita (sociologo) e Stefano Bartezzaghi, quest’ultimo protagonista di un incontro sui miti dei luoghi leggendari (Atlantide e gli altri) a cura di Umberto Eco. Poi c’è il terreno del rapporto parole-musica e dunque gli interventi di Francesco Guccini, di Ivano Fossati e del “contastorie” Mimmo Cuticchio. E c’è lo spettacolo multimediale: venerdì 14 marzo tra letture di Maigret, blues e reading vari. E c’è una miriade di altri nomi e altri dibattiti: Rosetta Loy, Claudio Stajano, Tullio Pericoli, Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva, una tavola rotonda sul romanzo d’esordio con cinque esordienti di successo, la proposta di un “manifesto per la lettura” con Lidia Ravera, Riccardo Cavallero, Stefano Mauri, Sandro Ferri e Marcello Ciccaglioni (moderati da Loredana Lipperini).

E ancora: la fitta serie di presentazioni, workshop, mostre e approfondimenti editoriali nelGarage; e la sezione dedicata alle scuole con l’associazione Piccoli Maestri – che analizza romanzi insieme ai liceali – e i laboratori di “costruzione del libro” per gli studenti delle medie. In quest’ambito c’è anche un momento istituzionale: l’incontro di venerdì 14 marzo alle 10 tra le scuole e il presidente del Senato Pietro Grasso.