Cassano allo Jonio, omicidio di padre Lazzaro Longobardi arrestato Nelus Dudu

E’ un romeno di 26 anni l’autore del brutale assassinio del parroco cosentino. Lo straniero rubava i soldi delle offerte da casa del parroco. Quando quest’ultimo gli ha intimato di restituire il denaro, minacciando di allontanarlo, ha cercato di ricattarlo con la minaccia di mettere in giro la voce, falsa, di un rapporto omosessuale tra loro. o si apprende dal decreto di fermo della Procura di Castrovillari. E’ il contesto in cui sarebbe avvenuto l’omicidio di padre Lazzaro Longobardi, ucciso a Sibari nella notte tra domenica e lunedì a sprangate.

Per l’omicidio è stato sottoposto a fermo Nelus Dudu, 26 anni, romeno. Era l’uomo che il sacerdote, anche in un colloquio informale con i Carabinieri, aveva indicato come l’autore di continue richieste di denaro alle quali non intendeva fare fronte. Dudu era stato aiutato in passato dal parroco, insieme ad un suo connazionale. Ai due aveva trovato un lavoro ed una sistemazione. Dudu era stato più volte nell’appartamento del parroco, nella chiesa di San Giuseppe. Padre Longobardi, però, si era accorto ben presto che il giovane romeno rubava il denaro delle offerte, fino ad arrivare ad una somma di cinquemila euro. Dalla casa era sparito anche un impianto stereo. Quando il sacerdote ha detto a Dudu di restituire il denaro, il romeno ha tentato di ricattarlo con la storia dell’omosessualità, smentita dall’altro romeno e da tutti quelli che conoscevano il sacerdote. Padre Longobardi ha quindi cercato di allontanare per sempre Dudu, smettendo anche di aiutarlo.

Tra i due romeni c’è stata una lite perché il sacerdote si è accorto del furto di 20 euro dalla sua auto. Padre Longobardi è intervenuto per separarli e poi ha accompagnato il secondo romeno in ospedale per farsi medicare. Dudu, secondo l’accusa, ha atteso il rientro del sacerdote in chiesa e quando questi è sceso dall’auto per andare nel suo appartamento, lo ha aggredito con un palo di ferro tolto dalla recinzione del cortile della chiesa, colpendolo più volte alla testa ed uccidendolo.