Roma, Poltrona affittasi co-working per parrucchieri ed estetisti

“Affittasi poltrona”: potrebbe essere uno dei prossimi annunci affissi nei saloni di acconciatori ed estetisti romani. La delibera approvata oggi dalla Giunta capitolina, promossa dall’Assessorato Roma Produttiva, prevede la possibilità di affittare una postazione a giovani parrucchieri o estetisti all’interno di un’attività. Un’occasione aggiuntiva che può permettere a molti giovani professionisti, che non hanno ancora la forza economica necessaria, di cominciare una nuova attività imprenditoriale in un negozio già avviato, alla luce del sole.

L’obiettivo, tra l’altro, è proprio quello di far emergere il lavoro nero, spesso svolto a domicilio senza alcun tipo di garanzia igienica o fiscale. Dalla collaborazione tra professionisti, poi, potranno derivare benefici anche all’imprenditore già affermato, con la riduzione di parte dei costi di gestione grazie all’affitto di una delle poltrone o delle cabine.

Per questa sorta di “coworking”, già sperimentato in città come Milano e che richiede unicamente una SCIA per cominciare, Roma Capitale ha recepito una richiesta delle associazioni di categoria. In collaborazione con le organizzazioni sindacali saranno effettuati controlli per evitare possibili abusi. Nel provvedimento di Giunta, a tutela dei lavoratori, viene espressamente vietato l’affitto della poltrona a dipendenti o ex dipendenti (tali almeno negli ultimi 5 anni) e alle imprese che abbiano licenziato negli ultimi 24 mesi. L’affitto di una poltrona o cabina è consentito alle imprese fino a 3 dipendenti; quelle da 4 a 9 dipendenti possono concedere in affitto due poltrone, numero che sale a tre per le imprese con oltre 10 dipendenti.

“L’idea di fondo – dichiara l’assessore a Roma Produttiva, Marta Leonori – è quella di offrire una nuova opportunità a chi vuole avviare un’attività avendone i requisiti, ma con limitate risorse economiche. Quindi un provvedimento concreto contro la crisi, che consentirà ai giovani di mettersi in proprio, in maniera trasparente e regolare. Uno strumento che aiuta a combattere l’abusivismo professionale e nel contempo a tutelare i consumatori”.