Milano, morte cerebrale per il tassista Alfredo Famoso

L”uomo è stato aggredito domenica scorsa in seguito a un diverbio per strada. Secondo l’ospedale Niguarda la conclusione della procedura è prevista dalla commissione medico-legale per le 20 di martedì’. Federico Famoso, figlio del tassista, ha scritto sul facebook. “Non riesco a mangiare ne dormire non riesco a vivere senza il mio papà non so dove trovare le forze. Mi dicono di essere forte.. ci sto provando ma il dolore di non avere a casa il mio papà mi sta consumando da dentro. Mi manca un mondo vorrei stringerlo vicino a me e proteggerlo, mi sento in colpa perché non l’ho protetto domenica sera quando gli hanno fatto del male a lavoro, vorrei digli: papà sono qui con te ti proteggo io ti porto a casa e ci passiamo a prendere un pezzo di pizza e lo mangiamo insieme. Papà è la nostra guida senza di lui non riesco a respirare”.

Davide Guglielmo Righi, l’uomo fermato ieri con l’accusa di tentato omicidio per aver aggredito il tassista milanese Alfredo Famoso, avrebbe accettato secondo la Procura il rischio e la possibilità di uccidere quando ha scagliato la confezione di bottiglie d’acqua contro il volto di Famoso. Stando a quanto si è saputo in relazione all’imputazione formulata dalla Procura di Milano, i pm contestano a Righi la volontarietà dell’aggressione nella forma giuridica del cosiddetto dolo eventuale, ossia l’accettazione del rischio e della possibilità ‘’che l’evento si verifichi’’. Righi dovrebbe essere interrogato domani dal gip di Milano che dovrà decidere sulla convalida del fermo e sulla misura cautelare.

Sentiti dagli investigatori alcuni testimoni che si trovavano in macchina in via Morgagni. Hanno raccontato di aver sentito una lite verbale tra Righi e Famoso con uno scambio di invettive prima dell’aggressione. I primi testimoni ascoltati dagli investigatori hanno spiegato che dopo che l’uomo ha lanciato la confezione di bottiglie d’acqua contro il taxi, che, a suo dire, non aveva rispettato la precedenza delle strisce pedonali, il tassista è sceso e ne è nata una lite tra i due. Poi l’aggressione culminata nel lancio della confezione contro il volto di Famoso.

Secondo i pm l’uomo, dopo l’aggressione, si è reso irreperibile e non rintracciabile perché è vero che ha fornito un numero di telefono a un maresciallo delle Fiamme Gialle presente sul luogo dell’aggressione, ma a quel numero non ha mai risposto e l’utenza del cellulare dava come indicazione un’abitazione dove lui non risiedeva più.