Padova, aggressione in via San Massimo il commento di Ivo Rossi

“L’episodio di via San Massimo, conclusosi per fortuna senza conseguenze fisiche gravi per una donna padovana giovedì sera, non può essere sottovalutato, in quanto è il sintomo di un progressivo processo di blocco dei sistemi di dissuasione del crimine nel nostro Paese ancora prima che nella nostra città, nonostante lo sforzo innegabile delle forze dell’ordine che operano per la sicurezza di Padova”. A dirlo il sindaco reggente di Padova Ivo Rossi commentando l’aggressione subita da una infermiera in via San massimo che ha raccontato agli inquirenti della questura di essere stata avvicinata da un delinquente straniero che l’ha costretta a salire in auto ed a dargli i codici del bancomat.

“Questo ci deve far riflettere. E’ evidente come anche a fronte di un aumento considerevole degli uomini impegnati nei servizi di prevenzione dei reati, in assenza di una effettiva repressione e certezza della pena per gli autori, si rischia di creare un dannoso corto circuito. L’assenza di un Cie nel Veneto, più volte promesso, e le vicende delle ultime settimane sul funzionamento degli stessi, rischia di compromettere in modo irrimediabile il lavoro delle forze dell’ordine. Troppo spesso i delinquenti che vengono arrestati, rimangono in carcere o vengono purtroppo allontanati da Padova solo sulla carta a causa delle inefficienze dell’intero sistema. L’importanza dei Cie può essere tradotta in un numero, 160, pari ai delinquenti che il questore Montemagno aveva fisicamente fatto allontanare da Padova nel solo 2013. Ciò avveniva con gli stessi uomini a disposizione, e forse un numero di volanti che pattugliavano la città inferiore a quelle messe in campo dall’attuale questore nelle ultime settimane. Chi dice che l’escalation di furti ed altri episodi allarmanti accaduti in città sono colpa del sindaco, qualora si tratti del capoluogo, o del prefetto o del questore, prende in giro i cittadini. In un clima generale di impunità, fatto di delegittimazione degli operatori della giustizia continua a saltare nel nostro Paese un presupposto fondante della convivenza civile: la sanzione per chi infrange la legge è diventata sempre più virtuale. Questo oltre a scoraggiare i nostri uomini in divisa, dà vigore a chi compie reati. Credo che occorra un patto tra Governo e Sindaci per togliere la questione della sicurezza dalle grinfie sgangherate degli sloganisti elettorali, mettendola finalmente al centro di un pacchetto di provvedimenti seri ed efficaci in quanti integrati in una logica che vada oltre le operazioni di facciata e aggredisca alla radice le dinamiche criminali”.