Parte UnMonastery, progetto pilota di Matera 2019

Dal primo febbraio 2014 è entrato nel vivo il progetto Unmonastery sostenuto dal comitato Matera 2019. A Matera, in uno storico palazzo dei Sassi, stanno cominciando ad arrivare da tutta Europa hacker, artisti, designer, sviluppatori. Per quattro mesi vivranno insieme in questo originale “Non monastero” per aiutare la comunità locale a sviluppare progetti di ricerca su diversi temi. L’iniziativa è stata illustrata stamane ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa svoltasi nello spazio antistante il complesso del Casale. “Cosa offriamo noi – ha detto il direttore di Matera 2019, Paolo Verri – a queste persone che arrivano da tutto il mondo? Offriamo difficoltà. Offriamo una occasione di condivisione perché queste difficoltà vengano superate attraverso la creatività. In questo senso Unmonastery rappresenta un momento fondamentale del cammino verso la candidatura a capitale europea della cultura per il 2019. Crediamo, infatti, che questo scambio di esperienze possa tradursi in progetti concreti nell’interesse generale della comunità che li accoglie e che in questo modo accresce le sue esperienze, le sue competenze”. “La dimensione europea e il rapporto tra città e cittadini sono i due punti strategici di questo progetto sperimentale che parte da Matera per essere sviluppato in ogni parte del mondo”, ha detto Rossella Tarantino, responsabile delle relazioni internazionali di Matera 2019. “Un esempio? Marc è un ingegnere informativo venuto dalla Francia per realizzare solar trackers opensource. Si tratta di “girasoli tecnologici” finalizzati ad aumentare il rendimento dei pannelli solari tradizionali in quanto seguono l’orientamento dei raggi solari. Il sistema verrà sviluppato con gli studenti dell’Istituto Industriale di Matera e non sarà coperto da copyright. Oppure Katalin, Svizzera, realizzerà il suo progetto “unGuide” che prevede l’individuazione di percorsi turistici alternativi al di fuori del Centro Storico (Rioni Sassi). Katalin è una visual artist venuta a Matera per tracciare una conoscenza della città che non è solo legata ai luoghi ma anche alla narrazione delle persone e delle loro memorie storiche.Un altro esempio è quello di Elf-Pavlik (Polonia): è un nomade hacker che vive da 5 anni senza usare i soldi. Il suo progetto prevede la creazione di una rete wi-fi libera basata sulla condivisione del segnale da parte degli utenti locali”. Fra di loro anche alcuni materani come Antonio e Rita, due architetti/designers di Matera. Il loro progetto prevede la creazione di oggetti di uso quotidiano (dal cucchiao alla t-shirt) che partendo da una reinterpretazione di archetipi tradizionali arrivi alla codifica di un nuovo linguaggio espressivo che possa veicolare i valori dell’unMonastery. Complessivamente saranno realizzati 15 progetti durante la residenza nel Complesso del Casale appositamente recuperato dall’Amministrazione comunale di Matera e arredato con la collaborazione di giovani architetti materani racchiusi nel gruppo “Mimers”. “Oggi – ha detto il sindaco e presidente del Comitato Matera 2019, Salvatore Adduce – quelle stanze che una volta erano destinate a call center sono diventati spazi di co-working, di co-living per realizzare progetti a favore della comunità. Questo è Unmonastery. Un progetto sperimentale che a Matera vuole realizzare un modello di condivisione sociale. Un progetto che dimostra come sia possibile realizzare cose interessanti e utili per tutta la comunità anche con poche risorse economiche”.