Padova sconvolta dal suicidio dell’editore Giorgio Zanardi. In un biglietto il suo addio

Il Veneto paga il prezzo più alto in termini di vite umane per una congiuntura economica che non sembra avere fine. L’ennesima vittima è Giorgio Zanardi. Il noto industriale si è impiccato in azienda. A trovare il settantenne senza vita è stato il capo reparto. Giorgio Zanardi, era uno dei titolati della Zanardi editoriale di via Venezuela a Padova. L’eccellenza padovana ha una sede anche in Friuli a Maniago. Giorgio Zanardi è stato trovato con una corda legata al collo, nell’azienda e poco lontano dal suo ufficio.

Sul tavolo un biglietto che parlava di ragioni economico-finanziarie all’ordine del suo gesto. La Zanardi Editore era passata da 300 a 110 dipendenti, la stragrande maggioranza attualmente in cassa integrazione. Il  9 gennaio aveva presentato richiesta di concordato. Negli anni ’60 i fratelli Zanardi fondarono l’omonima legatoria che nel corso del tempo si è legata alla Legatoria Friulia a Maniago e collaborato con società come la Grafiche Lema, poi IPF e l’Editoriale Lloyd di Trieste, nonchè Ergon in Ronchi dei Legionari e uffici commerciali a Milano e New York. Giorgio Zanardi, 73 anni, imprenditore, sposato e con figli, abitava in via Garigliano a Padova. L’imprenditore lascia una moglie e due figlie, entrambe dipendenti dell’azienda di famiglia ed entrambe in cassa integrazione.