Roma capitale internazionale, al via tavolo permanente e portale web

350 mila stranieri residenti, decine di organizzazioni internazionali, accademie e istituti esteri di cultura, centri di ricerca, ambasciate e consolati: Roma è ricca di risorse e di relazioni con il mondo ma si tratta di realtà frammentate, che non dialogano abbastanza tra loro e con la città. La Commissione capitolina Turismo, Moda e Relazioni Internazionali si è data dunque l’obiettivo di fare da punto d’incontro, da “luogo stabile” dove sviluppare “sinergie, scambi e confronti”. Dato che, tra l’altro, le relazioni internazionali possono fare da “importante spinta alla ripresa economica e al rilancio della Capitale”. Primo appuntamento quello di oggi in Campidoglio, convocato dalla presidente della Commissione Valentina Grippo e intitolato Roma capitale internazionale. Vi sono intervenuti esponenti delle istituzioni – europee, nazionali e locali –, esperti, diplomatici. Il sindaco Ignazio Marino ha portato il saluto dell’amministrazione, auspicando che Roma divenga “uno dei poli di attrazione più interessanti nel mondo e fornisca sempre più contributi originali e preziosi – se non indispensabili – all’intera comunità internazionale”.

Un inizio cui seguiranno “con regolarità incontri tematici o di carattere generale”, ha detto la presidente Grippo. Intanto la Commissione ha compiuto un primo passo concreto: un sito web www.romainternazionale.it, dove enti e singole persone possono dare voce a progetti, occasioni, eventi. La pagina Internet, bilingue (italiano e inglese), è già consultabile e attende contributi.

A questo primo meeting si è parlato di Europa, ponte tra Roma e il mondo (Lucio Battistotti, direttore Rappresentanza italiana della Commissione Europea); di Roma internazionale: dati e strumenti (Valentina Grippo); di Economia urbana e relazioni internazionali (Paolo Testa, centro studi Anci), del Ruolo della Farnesina nelle relazioni internazionali degli enti locali (Vittorio Sandalli, Ministero Affari Esteri). Presenti le rappresentanze diplomatiche di Giappone, Portogallo, Emirati Arabi Uniti, Germania, Brasile, Arabia Saudita e funzionari Onu e del Sovrano Ordine di Malta.

La consigliera Grippo ha fornito cifre che da sole esprimono il potenziale della città sul fronte dei rapporti internazionali: a Roma agiscono 26 organizzazioni di cui 10 del sistema Onu, 4 dell’Unione Europea e 12 intergovernative. Vi lavorano 5.842 persone, di cui il 65 per cento stranieri. Sono presenti quattro atenei stranieri (tre statunitensi e uno europeo), con 1.500 iscritti di cui il 70 per cento stranieri. E La Sapienza registra il secondo posto dopo Bologna per laureati stranieri. Ci sono poi 23 scuole straniere con 7.000 iscritti e 41 tra istituti di cultura e accademie. Senza contare “il mondo che ruota attorno alla Città del Vaticano” e le cifre del turismo con gli oltre 30 milioni di presenze nel 2013. Una realtà corposa che il Campidoglio intende “mettere in rete”, per “superare le barriere” e per un “salto di qualità nella conoscenza che il mondo ha di Roma e che Roma ha delle realtà internazionali”. 

Il Sindaco, dal suo canto, ha concluso sottolineando che Roma, “con il suo immenso patrimonio archeologico, culturale e artistico rappresenta una parte essenziale della civilizzazione dell’intera umanità, un’eredità che appartiene a tutto il genere umano”. Da cui, per un verso, il “dovere di trasmettere la sua ricchezza e la sua bellezza, soprattutto alle generazioni future”, con l’intento – tra l’altro – di “sviluppare l’intera economia cittadina attraverso la crescita di un settore trainante come quello del turismo”. Per altro verso, l’esigenza del “rilancio del ruolo internazionale della città quale capitale europea e crocevia di popoli, religioni, rapporti e scambi”.

Il Campidoglio, ha proseguito Marino, sta intensificando il suo impegno “stringendo numerosi accordi internazionali e rafforzando le relazioni bilaterali in tutti i settori, in primis la cultura e l’attrazione degli investimenti”; comprese “le risorse del mecenatismo culturale internazionale”, necessarie “per restaurare un patrimonio archeologico tanto sterminato quanto bisognoso di costosi interventi”. Un’operazione che trae senso e origine da un fatto evidente: “l’immenso tesoro che Roma custodisce appartiene all’umanità intera”. A questo fine la città “guarda agli Stati Uniti” e promuove accordi bilaterali con altri Paesi che si dimostrano sensibili alle esigenze di tutela del patrimonio storico romano: Azerbaijan, Arabia Saudita, Kuwait, Corea del Sud.

In parallelo, ha poi ricordato il Sindaco, prosegue la pianificazione delle attività connesse al calendario internazionale: semestre di presidenza italiana dell’UE, piano europeo di finanziamenti Horizon 2020, Expo 2015. “Stiamo intensificando la presenza di Roma nelle maggiori reti internazionali di città e la collaborazione con gli organismi internazionali presenti nella Capitale, innanzitutto con le agenzie del polo romano delle Nazioni Unite, che siamo onorati di annoverare tra le istituzioni più prestigiose sul nostro territorio”. E ancora, Marino ha citato il lavoro sul versante dell’accoglienza e dell’integrazione degli stranieri, partendo dal fatto che “Roma è storicamente una città aperta e inclusiva” e puntando “sulle differenze in quanto patrimonio, in grado di arricchire il nostro orizzonte culturale e umano”.

“La forza comunicativa di Roma nell’immaginario mondiale, derivante dalle bellezze del passato, è immensa”, ha sottolineato il Sindaco; “ma va alimentata in modo che si trasformi in forza del presente, capace di generare benessere per la città: per i suoi abitanti, per le imprese locali, per chi viene qui a vivere e a lavorare”.