Padova, Ateneo il rapporto annuale del Nucleo di Valutazione

Minuzioso come una Tac eseguita in ogni parte del corpo. Il rapporto annuale 2012-2013, redatto dal Nucleo di Valutazione di Ateneo, conferma l’ottima salute di cui gode l’Università di Padova. “Una Università eccellente” l’ha definita il professor Alberto Martinelli, presidente del “Nucleo” presentando i risultati del rapporto nell’aula Nievo al Bo, nel corso di un incontro aperto a docenti, personale tecnico e amministrativo e studenti. “Un momento atteso _ ha detto il Rettore, prof. Giuseppe Zaccaria, invitando ad una lettura approfondita e non superficiale del documento _ che ci fa toccare con mano il percorso compiuto, un’occasione utile per vedere quel che si è fatto, per analizzare luci e criticità, per poi spingere ancor più sull’acceleratore”. Prima di inoltrarsi tra le valutazioni del “rapporto”, il Rettore ha invitato a una riflessione: nel biennio 2012-2013 le università italiane sono state sottoposte ad uno stress molto rilevante, con un processo di rideterminazione del proprio assetto, di rivalutazione complessiva della propria organizzazione interna e della didattica. Il tutto nel quadro di un calo crescente delle risorse e di un’accresciuta pressione di vincoli. Il nostro Ateneo ha risposto con sollecitudine e attenzione e anche grazie a sacrifici personali. I risultati si sono visti: primi in Italia nella Valutazione della Qualità della Ricerca, riconoscimento dell’eccellenza delle nostre Scuole di Dottorato. “E’ stata premiata _ ha aggiunto il professor Zaccaria _ la politica della serietà. Non per questo dobbiamo correre il rischio di adagiarsi, ma considerare questi risultati non come punto di arrivo ma come una tappa per riprendere la corsa”. Per quanto riguarda il settore della didattica, il Rettore ha detto che occorre insistere per il miglioramento della qualità dell’offerta formativa, con il rinnovamento dei contenuti didattici e delle metodologie. Il professor Zaccaria ha concluso il suo intervento raccomandando di lavorare in termini di obiettivi e di agganciare azioni e traguardi: “Sicuramente i tempi che stiamo vivendo sono tra i più difficili che abbiamo dovuto affrontare. A parole tutti dicono che è un errore sottovalutare la ricerca, l’innovazione e penalizzare il sistema universitario. Nei fatti sappiamo quanto la realtà sia lontana da questi slogan. E per portare a casa quei 41 milioni di euro premiali in due anni, Dio sa quanto abbiamo dovuto faticare, mostrando anche una certa aggressività per cercare di difenderci da questo branco di lupi. Ormai tutti sostengono che ricerca , innovazione, conoscenza sono le chiavi per uscire dalla crisi. Ora basta con la retorica. Sono necessarie azioni, azioni concrete. Noi abbiamo le carte in regola. Migliorare sempre è un’àncora di salvezza per noi e per il Paese e per questo dobbiamo riservata un’attenzione seria, non astratta a quello che ci ha detto il Nucleo di Valutazione. Abbiamo dimostrato di fare bene la nostra parte. Gli altri facciano la loro”. I vari aspetti del “rapporto” che ha preso in considerazione didattica, ricerca, servizi, gestione delle risorse, organizzazione e internazionalizzazione, sono stati illustrati dal presidente Alberto Martinelli, dal vice Luca Illetterati, da Paola Bernardi e Marina Berti, componenti della squadra del “Nucleo”. In sintesi è emerso che l’Università di Padova ha in gran parte completato la trasformazione istituzionale e organizzativa. Punti di forza sono didattica e ricerca, il fortissimo aumento delle entrate derivanti da finanziamenti europei, il bilancio in pareggio, la decisione di non rinunciare ai propri programmi di sviluppo edilizio anche in assenza dei finanziamenti statali, l’altissima percentuale dei laureati che trovano lavoro entro un anno dal conseguimento del titolo (76 per cento, percentuale che sale all’88% per i laureati magistrali), la forte attrattività di studenti (a Padova il numero degli iscritti cresce mentre cala negli altri atenei). Qualche criticità permane. C’è da affrontare con maggior impeto la valorizzazione dei giovani talenti, il miglioramento della qualità dell’offerta, la cultura della valutazione, lo sviluppo delle professionalità, il potenziamento dell’internazionalizzazione. Dalle indicazioni emerse nel “rapporto” ha preso ulteriore stimolo il direttore generale dell’Università, Emanuela Ometto, col proposito “di attuare il modello organizzativo proposto, formando una squadra all’altezza per il raggiungimento degli obiettivi, premiando nel contempo professionalità e competenze”.