Sesto Fiorentino, dalla Regione formazione per le maestranze Ginori

“Convocherò prestissimo una riunione con la direzione aziendale per discutere di come supportare la formazione delle maestranze. Quanto alla necessità di favorire gli investimenti, la Regione farà una scelta netta in favore delle imprese, non importa se piccole medie o grandi, a patto che siano dinamiche, facciano sviluppo, aumentino il loro fatturato, creino occupazione, investano e si internazionalizzino”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la visita alla Richard Ginori di Sesto Fiorentino, primo appuntamento della nona tappa del tour attraverso le 34 zone della Toscana. “Abbiamo avuto fortuna – ha commentato Rossi ricordando che l’azienda poco più di un anno fa aveva dichiarato fallimento e che dalla primavera scorsa è stata rilevata dal gruppo Gucci – ma è una fortuna meritata, guadagnata grazie alla storia di questa azienda e alla capacità professionale dei suoi addetti. Qui ho colto la volontà e l’entusiasmo di conquistare nuovi mercati e credo ci siano le basi per costruire un futuro migliore”. Accompagnato dal direttore commerciale, Walter Bongiorni, e dal managenet aziendale, il presidente della Regione ha visitato il Museo Doccia e i capannoni aziendali, seguendo le varie fasi del ciclo produttivo e anche la parte dedicata alla decorazione a mano e alle eccellenze artistiche. I rappresentanti aziandali hanno parlato di una impegnativa azione di marketing internzionale in corso e di buone aspettative rispetto agli ordini produttivi in arrivo, ma anche di nuovo start up e di un anno di test. Hanno sottolineato come occorra ricominciare a creare talenti del futuro soprattutto nel reaprto di pittoria, perché la manifattura e l’altissima qualità del prodotto sono l’unico modo che ha la Richard Ginori per sopravvivere e per non impoverire il saper fare. All’ufficio stile di Gucci e al nuovo management che sta riprogettando le fasi di lavorazione, il compito di accompagnare l’azienda in questo percorso. Le rappresentanze sindacali hanno sottolineato come la nuova e per certi versi insperata vita è costata circa 70 licenziamenti, una cassa integrazione che continua. Adesso servono investimenti in attrezzature e impianti, ma si sono detti fiduciosi nelle idee di sviluppo prospettate dalla nuova proprietà che mostra di avere idee chiare.