Potenza, Carretta su problematiche SiderPotenza

“In attesa dei dati della 3ª campagna di rilevamento attualmente in corso per valutare, in modo attento e puntuale, l’impatto ambientale e l’inquinamento atmosferico che interessa la zona intorno all’ex SiderPotenza, continua l’allerta e l’interessamento dell’Amministrazione comunale, che, ha già espresso la necessità di far partire immediatamente ulteriori controlli al camino dello stabilimento, di prolungare la campagna di monitoraggio per almeno un anno, di investire l’Istituto Superiore di Sanità e l’ISPRA, affinché esprimano un parere sui dati forniti dall’Arpab e di nominare un esperto che segua l’intera vicenda.” Così il capogruppo del Pd Gianpaolo Carretta che aggiunge “i residenti della zona, le associazioni ambientaliste e tutti i cittadini chiedono giustamente a gran voce che la situazione venga quotidianamente monitorata, a tutela della salute pubblica dell’intera comunità, ma ciò è quanto preme anche all’Amministrazione comunale, che considera assolutamente doveroso effettuare tutti gli approfondimenti necessari per ottenere risposte certe sui livelli delle sostanze tossiche presenti nell’ambiente e che, con nota a firma del Sindaco, ha già proposto una convenzione finalizzata ad una valutazione sotto il profilo sanitario, al Capo del Dipartimento Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina e Chirurgia della Università Federico II di Napoli. Un primo incontro con il Prof. De Felice dell’Università Federico II e Direttore Scientifico di Biogem, è avvenuto ieri nella sede del Comune di Potenza, dal quale è emersa la necessità di effettuare un’indagine epidemiologica nelle aree urbane interessate, valutazione che ora l’Amministrazione comunale dovrà fare unitamente alla Regione Basilicata e all’ASP.Ma la questione di maggior rilievo rimane la localizzazione dell’impianto, troppo vicino al centro urbano, troppo dannoso per la salute della popolazione, ragione per cui sarebbe auspicabile attivare tutte le azioni necessarie per programmare nel tempo, anche per siti similari, la delocalizzazione dello stesso in un luogo lontano dai centri abitati e dai suoli agricoli e di allevamento.Ricordiamo – conclude Carretta- quanto la legislazione italiana sia ancora troppo permissiva sull’applicazione dei limiti da non superare e, per quanto, l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) abbia rassicurato che, per il momento, non siamo fuori da tali parametri, i valori guida internazionali, più fiscali, ci inducono a pensare che non bisogna sottovalutare un’eventuale possibilità di rischio”.