Intervista a Iaia Calvio “spodestata” da prima cittadina di Orta Nova

Per alcuni giorni le trasmissioni televisive nazionali si sono occupate del caso del sindaco di Orta Nova Iaia Calvio, che e’ stata sfiduciata dai suoi consiglieri comunali dopo 2 anni di incarico, cosa e’ accaduto? E’ proprio Iaia a raccontarcelo tra un’ospitata ed un’ altra nei salotti televisivi. Appare appassionata, un po’ adirata, legata alla sua terra ed ai suoi principi. Si difende bene e finalmente offre alla nazione una nuova testimonianza della politia. Talvolta esistono anche “governanti” retti, giusti che vorrebbero che i loro cittadini destassero il capo e guardassero verso un altro orizzonte quello della meritocrazia e della speranza.

Chi e’  Iaia Calvio?

Chi sono? Ho 45 anni, sono cresciuta ad Orta Nova, piccola cittadina in provincia di Foggia, dove ho sempre vissuto, fatta eccezione per il periodo degli studi universitari, che ho fatto a Roma, frequentando la facoltà di giurisprudenza presso “La Sapienza”. Laureatami nel 1992, sono tornata a Orta Nova, iniziando a fare l’avvocato civilista. A parte le notizie “ortodosse”, c’è che mi piace il diritto e che questa passione me l’ha trasmessa mio padre (avvocato a sua volta), che adoro la musica, i libri, il cinema, il teatro. Sono profondamente innamorata della mia terra, la Puglia, orgogliosamente meridionale, visceralmente legata alla mia città.

Perche’ e’stata sfiduciata come sindaco di Orta Nova?

Nove consiglieri comunali mi hanno sfiduciata per ragioni che nulla hanno a che vedere con l’interesse della collettività. Infatti, essi non hanno presentato una mozione di sfiducia nei miei confronti, non hanno posto questioni politiche rilevanti in nome delle quali giustificare il venir meno della loro fiducia. Niente di tutto questo. I 9 consiglieri hanno preferito agire nell’ombra, stringendo tra loro, diversissimi per estrazione e formazione politica, un patto politicamente scellerato, concluso in nome di una sola necessità: liberarsi di me per far posto alle loro balzane ambizioni personali. Aggiungo che alcuni tra loro, specificamente i tre che erano stati eletti nelle file della maggioranza, hanno scelto di firmare per lo scioglimento del consiglio comunale perché non ho accolto le loro irricevibili richieste, anche queste prive di un contenuto che potesse definirsi politicamente rilevante e utile per la collettività.

Qual e’ stata la Sua formazione politica?

In realtà non ho avuto una formazione politica in senso stretto. Prima che nascessero i comitati promotori del PD non mi ero mai interessata attivamente di politica, che seguivo solo distrattamente. Solo con la nascita del PD ho smesso di essere “indifferente”, avvertendo l’intimo bisogno di uscire dalla dimensione individuale della mia vita e di fare qualcosa a servizio degli altri, soprattutto di quelli che restano indietro, degli invisibili. In fondo, la mia formazione politica è stata la pratica quotidiana e ho imparato molte delle cose che faccio e so proprio stando “per strada”, in sezione, tra le persone, facendo il sindaco. Ciò detto, ho sempre pensato che la politica debba credere nella concreta possibilità di trasformare in meglio la società e le persone e di essere praticata proprio in vista di tale fine. Alla domanda “ma tu da che parte stai?”, la mia risposta è stata “sempre è comunque dalla parte di chi meno ha e meno può”. Per cui posso dire che sono donna “di sinistra” e che ho sempre votato, anche quando ero “politicamente inconsapevole”, a sinistra.

Cosa vorrebbe dire  ai Suoi concittadini?

Ai miei concittadini vorrei dire: “Ora è il momento di assumersi la responsabilità di tutti e di tutto, tutti insieme”. Non ci servono solo gli eroi, e’ pure indispensabile una società che ne sia degna. Da soli non si va da nessuna parte, con le deleghe in bianco non si va verso alcun cambiamento. Ai miei concittadini dico: “Siate il cambiamento che volete vedere. Solo così potremo sviluppare gli indispensabili anticorpi civici, culturali ed etici per combattere la mala politica, per avere la meglio sui pezzi malati della società, per affermare il valore e il primato della legalità, per dare senso concreto alla democrazia, per non dare alle ortiche il sacrificio di chi ha perso la vita per consentire a noi di vivere liberi in una società democratica. Non siate indifferenti. Non scoraggiatevi, non tiratevi indietro”. Osiamo insieme, progettiamo insieme, sacrifichiamoci insieme”.

Cos’e’ la politica?

La politica è arte nobile e difficile. E’ servizio severissimo. E’ guida delle comunità. E’ responsabilità immensa. E’ straordinaria emozione.

Un augurio  se stessa

Auguro a me stessa che il disincanto non prenda mai il sopravvento sulla speranza, che la stanchezza non ceda mai il passo all’entusiasmo e alla determinazione, che le difficoltà non abbiano mai la meglio sull’impegno profuso per tentare di risolverle. In questi due anni e mezzo da sindaco ci sono stati alcuni momenti in cui sono stata tentata dall’impulso di gettare la spugna. La stanchezza, la rabbia di fronte all’ insipienza politica ed etica di alcuni consiglieri e alla insipienza professionale e umana di alcuni dirigenti, il disgusto di fronte a un certo modo di concepire l’impegno politico, l’irritazione nei confronti di chi si è presentato a palazzo formulando le richieste più “strambe” e credendo, in nome del voto dato a me alle elezioni, di avere diritto di pretendere qualcosa per se stesso, l’amarezza quando sono stata destinataria di sospetti beceri e infondati. Prove dure, che non è stato affatto semplice superare. Ma ho tenuto duro, ho mantenuto dritta la barra del timone, consapevole dell’alta responsabilità che avevo e dell’autorevolezza del mio ruolo istituzionale, sorretta dalla voglia e dalla determinazione di continuare ad “incassare” risultati positivi per la mia città, convinta – come diceva don Tonino Bello – che la coerenza paga, anche se con qualche ritardo, che anche l’onesta’ paga e la speranza non delude mai.

Un augurio all’Italia

L’augurio che faccio alle italiane e agli italiani e’ lo stesso che ho appena fatto a me stessa.  Auguro a tutti che tornino a guardare la politica come ad una straordinaria risorsa per provare a cambiare le sorti della collettività. Auguro a ciascuno di introiettare una volta per tutte che la politica e’ fatta per le persone perbene. Che a loro tocca farla, con onestà e con una condotta esemplare. Come diceva don Milani: ” A che serve avere le mani pulite, se poi le si tiene in tasca?” Ecco, auguro a tutti coloro che  le hanno pulite di metterle a servizio di tutti, senza se e senza ma, senza aspettare che sia qualcun altro che lo faccia per loro.

La frase che piu’ La rappresenta

Mi viene in mente una frase di kennedyana ispirazione, che ho utilizzato durante la mia campagna elettorale per le amministrative del 2011: ” Non chiedetevi quello che Orta Nova può fare per voi, chiedetevi quello che gli uomini e le donne di buona volontà del nostro paese possono fare per Orta Nova”. Con questa frase invitavo i miei concittadini alla assunzione collettiva di responsabilità, alla solidarietà del compito. Credo sia questa la frase che, più di ogni altra, descriva il senso del mio impegno politico; in essa è racchiuso il pensiero che, più di ogni altro, mi ha accompagnata e sostenuta durante il mio mandato da sindaco. In quella frase e’ scritto il manifesto ideologico che mi ha indotta a vincere ogni incertezza e il timore di non essere adeguata e all’altezza del compito. E’ stata, ed è” ancora questa, la frase che spiega nitidamente le ragioni del mio stare sul campo e della mia volontà di continuare a starci, insieme a tutti coloro vorranno esserci, a condividere la bellezza di sentirsi socialmente utili e di lottare per difendere i valori della legalità, dell’equità, della giustizia, dell’uguaglianza, quei valori per i quali molti hanno perso la vita. Ed è questa la frase che, seppur con parole diverse e con toni impetuosi, ho gridato forte durante il mio ultimo comizio da sindaco di domenica 12 gennaio. Spero che tutti coloro che quel comizio hanno ascoltato l’abbiano colta, l’abbiano fatta propria e la ripetano nella loro testa e nel loro cuore come un mantra, per convincersi quanto è bello prendersi cura degli altri facendo politica, la bella politica. Mi auguro che il clamore di questi ultimi giorni serva a smuovere le coscienze, soprattutto dei più giovani, e ad insegnare che la fuga, il tirarsi indietro sono il migliore alleato di chi si sta mangiando tutto, vite e speranza di tutti incluse.iaia_calvio