Como, Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario

Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattono i cancelli di Auschwitz e liberano i prigionieri sopravvissuti. Con l’ingresso nel campo di concentramento viene svelato al mondo il più atroce orrore della storia dell’umanità, la Shoah, lo sterminio degli ebrei. Per ricordare quei tragici fatti perpetrati dai nazisti, le persecuzioni, le leggi razziali e la deportazione nei campi subita da milioni di persone (insieme agli ebrei, zingari, omosessuali, portatori di handicap, oppositori politici..), dal 2000, l’Italia ha istituito, per legge, il 27 gennaio “Giorno della Memoria”. Per non dimenticare quella follia  ideologica, culturale e storica, in tutto il mondo vengono organizzati eventi, cerimonie e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione. E saranno, in particolare, dedicati alla memoria gli eventi organizzati con il contributo e la collaborazione del Comune di Como. “Anche quest’anno il programma prevede iniziative diversificate e rivolte a più fasce di età – spiega il vicesindaco e assessore alle Politiche Educative Silvia Magni – con un’attenzione particolare per il mondo della scuola. È infatti dovere delle istituzioni favorire la conoscenza e la memoria, soprattutto nei più giovani, di uno dei più tragici ed oscuri periodi della storia d’Europa, affinché simili eventi non si verifichino più in futuro”.

“Shoah, l’infanzia rubata”. Mostra fotografica a San Pietro in Atrio (via Odescalchi 3), promossa dal Collegio Gallio in collaborazione con l’associazione Figli della Shoah. Dal 23 gennaio al 3 febbraio; orari: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18. Ingresso libero.

La mostra, promossa dal Collegio Gallio, che nel corso del secondo conflitto mondiale fu anche luogo di rifugio e salvezza per un bambino di origine ebraica Roberto Furcht, ripercorre idealmente la negazione dei diritti fondamentali dei bambini ebrei durante gli anni della persecuzione nazifascista. Le piccole vittime innocenti della Shoah furono un milione e mezzo. Attraverso la negazione dei diritti fondamentali dell’infanzia, quali il diritto al gioco, alla dignità, alla salute, all’identità, all’istruzione, alla libertà, alla tutela e, per ultimo, alla vita, la mostra mette in evidenza le dure condizioni e le terribili costrizioni alle quali furono sottoposti i bambini e i ragazzi di religione ebraica durante quegli anni. Si contrappone a tale orrore la grande figura del pedagogo polacco Janusz Korczak, ispiratore dell’attuale Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini, che lottò fino all’ultimo per alleviare le sofferenze dei bambini del suo orfanotrofio, situato nel ghetto di Varsavia. Diversi pannelli sono corredati da estratti delle sue pubblicazioni e ripercorrono le fasi del suo impegno morale e pedagogico.

Associazione Figli Della Shoah Costituita nel 1998, l’associazione Figli della Shoah è formata da ebrei sopravvissuti alla deportazione, familiari e simpatizzanti. Ne fanno parte volontari che si impegnano affinché non venga dimenticato l’orrore della Shoah e lo sterminio di sei milioni di esseri umani, annientati sia fisicamente che psicologicamente per la sola colpa di esistere. L’associazione Figli della Shoah ha contribuito, fin dalla sua fondazione, alla campagna di sensibilizzazione per l’approvazione della Legge che ha stabilito nella giornata del 27 gennaio la data annuale celebrativa del Giorno della Memoria a partire dal 2001. Il 7 dicembre 2011 l’Associazione è stata insignita dal Comune di Milano dell’Ambrogino d’Oro. www.figlidellashoah.org

“I disegni dei bambini di Terezin”. Mostra fotografica a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta. Dal 23 al 25 gennaio, Biblioteca comunale (piazzetta Lucati), orari: giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 19, sabato dalle 14 alle 19. Ingresso libero.

La fortezza di Teresin, a metà strada tra Dresda e Praga, costruita da Giuseppe II in onore della madre l’imperatrice Maria Teresa, venne trasformata nel 1941 in un ghetto e campo di concentramento.

Istituto di Storia Contemporanea Pier Amato Perretta L’Istituto si propone di assicurare la più completa ed ordinata documentazione sulla storia comasca dall’unità d’Italia, nei suoi aspetti sociali, politici, economici e culturali, entro il quadro complessivo della storia contemporanea con particolare riferimento all’antifascismo, alla Resistenza, alla deportazione e internamento, alla cooperazione, al movimento sindacale, ai partiti politici, agli enti locali, alle forze economiche e produttive ed ai rapporti di solidarietà fra i popoli, e mette a disposizione degli studiosi la propria biblioteca ed il proprio archivio www.isc-como.org

“La memoria non dura un giorno: Shoah e Resistenza nell’educazione”. Conferenza del professor Raffaele Mantegazza, docente di Intercultura dell’Università Milano-Bicocca. Il 24 gennaio in Biblioteca Comunale (piazzetta Lucati) alle ore 21. Ingresso libero. Nel corso della conferenza verrà presentata un’introduzione al tema della Shoah, si parlerà di carnefici, vittime, spettatori della Shoah e della quotidianità, si parlerà di lager, della pedagogia dello sterminio e del ruolo della scuola, della Giornata della Memoria e delle sue ricadute sulla scuola e il territorio.

“Arrivederci ragazzi”. Per la rassegna Teen Cinema Festival per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni il film di Louis Malle. Il 25 gennaio alle ore 15.30 in Biblioteca Comunale (piazzetta Lucati). Ingresso libero.

Regia: Louis Malle. Sceneggiatura: Louis Malle. Fotografia: Immanuelle Castro. Montaggio: Renato Berta. Musica: aa.vv.. Interpreti: Gaspard Manesse, Raphael Fejtö, Francine Racette, Stanislas Carré de Malberg, Philippe Morier-Genoud. Francia 1987. 103 minuti. A Parigi nel 1944, l’undicenne Julien Quentin ed il fratello François salutano la madre, costretta a separarsi da loro a causa della guerra e della situazione che in città sta diventando sempre più critica. I due fratelli arrivano nel collegio di gesuiti dove giungono anche altri ragazzi benestanti, tutti riprendono la vita spensierata, fino a quando cominciano la repressione e la deportazione nei confronti di chi è ebreo.

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (citazione dell’appendice all’edizione scolastica del 1976 di Se questo è un uomo di Primo Levi). Letture sceniche a cura di Christian Poggioni. Spettacolo per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Il 27 gennaio alle ore 11 in Biblioteca Comunale (piazzetta Lucati). Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti telefonando al numero 031/252850 dalle 9.30 alle 19 (dal lunedì al sabato).

“Viaggioadauschwitz a.r”. Spettacolo teatrale a cura della compagnia “Il Melarancio” – Cuneo per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado (classi terze). Il 30 gennaio alle ore 10 al Teatro Sociale. Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti. Per prenotare inviare una mail a [email protected] o un fax al numero 031/271472 entro venerdì 24 gennaio con l’indicazione dell’insegnante di riferimento, della scuola, delle classi e del numero dei ragazzi partecipanti. E’ assai difficile mettere in scena, oggi, per l’ennesima volta, uno spettacolo davvero necessario per spiegare ai ragazzi cosa sia stato realmente l’orrore della Shoah. Narrare in modo inusuale la Shoah ai ragazzi deve essere sempre di più un impegno morale. Ecco perché Viaggioadaauschwitz a r è uno spettacolo assolutamente da considerare importante, proprio perché ha toccato queste corde che collegano oltretutto indissolubilmente il passato con il presente. Gimmi Basilotta, infatti, nel suo spettacolo parla di un suo viaggio molto particolare, compiuto insieme ad altri “pellegrini”, dal Piemonte fino in Polonia, ripercorrendo a piedi il medesimo doloroso viaggio di deportazione che, nel 1944, portò ventisei ebrei cuneesi da Borgo San Dalmazzo ad Auschwitz. L’attore traduce in parole semplici il suo cammino, aiutato solo da poverissimi elementi di scena, pezzi di legno, fresche frasche, una betulla del tutto simile a quella che ha piantato là in quell’inferno  alla fine del viaggio. In questo modo passato e presente si fondono in una specie di preghiera laica, una via crucis liberatoria e commovente che appassiona per più di un’ora l’attenzione degli spettatori a cui vengono donate parole di speranza per cercare tutti insieme di affrontare un futuro migliore.