A Firenze un posto di lavoro vale 1/350 rispetto alla offerta economica

“Le risposte dell’assessore Givone alla nostra domanda d’attualità sull’appalto dei servizi bibliotecari del Comune non ci convincono e troviamo incredibile che si sia deciso di rispondere solo a ciò che faceva comodo interpretando e omettendo alcuni dei nostri rilievi”. Così affermano i consiglieri Tommaso Grassi e Ornella De Zordo – Non solo si è deciso di non avvertire della pubblicazione del nuovo bando per l’appalto le Commissioni consiliari che si erano impegnate a fine dello scorso anno per approfondire la vicenda sottoposta dai sindacati ma si é deciso di non inserire né una clausola sociale tale da garantire realmente i posti di lavoro attualmente coperti dalle circa 70 persone impegnate nell’attuale appalto. Inoltre non si fa riferimento ad alcun contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, così da poter lasciare mano libera completamente al nuovo aggiudicatario che potrà applicare contratti meno remunerativi a parità di ore lavorate, quali il contratto ‘multiservizio’, rispetto a quello del commercio che adesso viene applicato ai lavoratori delle nostre biblioteche. Non é vero quanto sostenuto dall’assessore che il Comune ha fatto tutto quello che poteva inserendo la clausola della ‘riassunzione prioritaria’ assegnando un punteggio tale da far valere la riassunzione di un dipendente solo un trecentoventicinquesimo del punteggio assegnato per l’offerta economica, ovviamente al ribasso d’asta: un rapporto che non è assolutamente accettabile e che nonostante la nostra richiesta di sospendere il bando, non ha visto il Comune fare autocritica e fare dietrofront. Nel caso di Perugia o nei Comuni della Sardegna da noi citati é stata inserita una clausola che realmente permette la riassunzione di tutto il personale impiegato nell’appalto e in ogni caso anche il Ministero ha firmato un accordo con i sindacati confederali che obbliga negli appalti della cultura che applicano il contratto del commercio l’inserimento della clausola sociale che preveda la riassunzione del personale in toto: quindi la clausola sociale si può e non c’è da temere alcun ricorso da parte di terzi. Si dica che questa scelta é stata una precisa volontà dell’amministrazione comunale che ha deciso di operare in questo senso, al quale noi ci opporremo con tutte le nostre forze”.