La Toscana si ridisegna dal 1 gennaio otto comuni in meno

“Per la guida del Touring la Toscana rimane la terra dei municipi. “Con sedici comuni che hanno scelto di fondersi e diventeranno quattro in parte questo luogo comune è stato sfatato – spiega il presidente della Toscana Enrico Rossi, in visita oggi nel pisano in due delle otto nuove amministrazioni – . I Comuni dove i consigli comunali avevano scelto di fondersi ma i no al referendum poi hanno vinto dimostrano invece che è ancora così, che la nostra regione è terra di campanili. Vorrà dire che ci si riproverà tra un po. Ciò non toglie che l’esperienza toscana rimanga unica”.

Sedici comuni, su 287 che se ne contavano fino all’anno scorso in Toscana (e 279 che sono diventato oggi), non sono infatti pochi. “E’ il segno che una nuova strada è stata tracciata – dice l’assessore Bugli – anche perché le richieste di comuni che vorrebbero fondersi continuano ad arrivare”. E se si considera che la Toscana, nonostante tutto, conta molti meno comuni di tante altre Regioni, esito della razionalizzazione messa in atto già dal granduca Leopoldo nel Settecento, quei sedici comuni diventano un numero ancora più pesante.

“Visti i vantaggi, i contributi e le deroghe al patto di stabilità, i risparmi che potranno arrivare dalle economie di scala ed una migliore organizzazione dei servizi – risponde Bugli ai giornalisti – chi ha scelto di non fondersi ha perso un’occasione. Non cambio però idea e ritengo doveroso che siano le singole comunità a decidere il loro futuro. Magari vedere cosa succederà in questi nuovi comuni farà loro cambiare idea in futuro”.

I sedici Comuni che nel 2013 hanno scelto in Toscana di fondersi, oltre a Crespina, Lorenzana, Lari e Casciana Terme, sono Fabbriche di Vallico e Vergemoli a Lucca, Figline Valdarno e Incisa a Firenze, Castelfranco di Sopra e Pian di Scò, Castel San Niccolò e Montemignaio e poi ancora Pratovecchio e Stia ad Arezzo e San Piero a Sieve e Scarperia nel Mugello fiorentino.