Ascoli, una risposta dall’Haemonetics entro il 10 gennaio

“Ci auguriamo che ci vengano forniti i dati circa le offerte che sono state avanzate concretamente”. Così Giuseppe Marucci, segretario provinciale di Ascoli Piceno dell’Ugl, nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme alle operaie al presidio davanti la sede ascolana della multinazionale statunitense che produce sacche per il sangue.

“Noi siamo fiduciosi che si possa arrivare ad una soluzione positiva della vicenda – ha detto Marucci – anche perché nonostante tutto lo stabilimento è ancora aperto ed efficiente, con i macchinari integralmente presenti nel sito. Ora la palla sta all’azienda, che ci deve fornire risposte e chiare, sia che proposte ve ne siano concretamente – e noi sappiamo che vi sono – sia che essa le ritenga irricevibili”.

Secondo Marucci, “un ex manager del nord Italia esperto nel settore potrebbe avere la possibilità di portare avanti il progetto di ripartenza, reperendo le risorse finanziarie necessarie. In caso di progressi in questa direzione, le cause giudiziarie esistenti non rappresentano un problema”.

Il presidio di una parte delle operaie dell’Haemonetics che non hanno firmato l’accordo tra azienda e sindacati confederali prosegue da 80 giorni, senza soste.

La nuova udienza presso il tribunale di Ascoli per l’eventuale conferma del provvedimento di sequestro cautelativo dei beni della fabbrica, ottenuto su istanza di Ugl e Usb, si discuterà il 7 febbraio.