Reggio Emilia, la Provincia approva il Piano Clima

Le alterazioni che il clima sta subendo in questi anni, e che quest’ultimo Natale più caldo degli ultimi 200 anni ha confermato,  sono ormai una problematica a livello mondiale e che investe estesi territori. Per la comunità scientifica tali alterazioni, direttamente o indirettamente attribuibili all’attività umana, possono generare gravi effetti di estremizzazione dei fenomeni meteorologici e crescenti ripercussioni sull’uomo: basti pensare alle recenti alluvioni e agli immani disastri verificatisi in molte regioni d’Italia, con vittime e sfollati, ed anche agli intensi avvenimenti che si sono recentemente verificati nella nostra provincia, dalle numerose frane alla grandinata di luglio nella Bassa. Tutto ciò è strettamente legato a eccessive emissioni dei cosiddetti gas climalteranti, o gas ad effetto serra: principalmente anidride carbonica (CO2), ma anche metano e protossido di azoto.

Sulla scorta di queste considerazioni, i primi di dicembre la Provincia di Reggio Emilia, con voto del Consiglio (tutti favorevoli, unica astensione quella di Rifondazione comunista), ha approvato il Piano Clima, uno strumento volontario – non derivando da alcun obbligo di legge – che rappresenta una importante scelta per contrastare le alterazioni climatiche, almeno a livello locale. “Con il voto pressoché unanime del Consiglio, la Provincia ha lanciato un segnale forte nei confronti delle realtà del territorio, dagli Enti ai cittadini, perché anche localmente si agisca concretamente per contrastare un fenomeno globale”, sottolinea l’assessore alla Qualità dell’aria, Alfredo Gennari.

Il Piano Clima della Provincia di Reggio Emilia è uno strumento nuovo, di raccordo fra il livello di governo locale e le politiche sovraordinate (regionali, nazionali ed europee), in grado di offrire una cornice di riferimento per le azioni nel contesto locale. Un quadro territoriale delle emissioni climalteranti, i diversi contesti di riferimento legislativi, gli obiettivi di riduzione delle emissioni sul territorio provinciale, le misure e le azioni da adottare, le metodologie per il monitorarne l’efficacia: questi, in sintesi, i contenuti principali del Piano .

Per quanto riguarda il quadro territoriale, il Piano – oltre ad aver valutato gli assorbimenti di anidride carbonica da parte della vegetazione – ha calcolato anche le emissioni di gas climalteranti a livello provinciale nei diversi settori di attività: il 32% ha origine dal settore residenziale e terziario, il 26% dai trasporti, il 24% dall’industria, il 13% dall’agricoltura e zootecnia e il 5% dal settore rifiuti.

In considerazione di questi importanti elementi di analisi, il Piano Clima della Provincia, collegandosi strettamente alle indicazioni europee, propone due linee strategiche d’azione: una strategia di mitigazione, rivolta alla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti attraverso azioni di risparmio energetico e di incremento dell’efficienza energetica, e una strategia di adattamento, tesa a ridurre gli effetti negativi generati dai cambiamenti climatici sull’ambiente, sulla vita umana e sulla biodiversità.

 “La strategia di adattamento si sviluppa su azioni contenute nel Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) ed in altri piani provinciali di settore. In questo senso il Piano clima è trasversale, perché porta a sintesi le azioni già previste in tema di prevenzione e protezione dai rischi idraulici e idrogeologici; pianificazione di emergenza dai rischi naturali ed antropici; miglioramento del micro clima dei centri urbani; aumento della resilienza della biodiversità e degli ecosistemi, che sono contenute nel Ptcp”, continua l’assessore Gennari sottolineando come “tra le azioni previste ci siano l’incremento dell’efficienza nei consumi energetici, della produzione di energia da fonti rinnovabili e degli assorbimenti di anidride carbonica (CO2) con lo sviluppo dei boschi, nella direzione indicata appunto dal Ptcp e dal Piano enegergetico provinciale”.

Attraverso la partecipazione ai lavori del Tavolo tecnico regionale, la Provincia di Reggio Emilia ha poi potuto acquisire padronanza degli strumenti metodologici condivisi per il calcolo delle riduzioni di anidride carbonica conseguenti all’attuazione di determinate azioni, così da passare dal livello degli indirizzi al livello dell’applicazione pratica, con reali certezze nella verifica e nella rendicontazione del raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni. Per l’installazione di impianti fotovoltaici sulle coperture degli edifici, ad esempio, è possibile calcolare una riduzione delle emissioni di CO2 pari a 0,000367 tonnellate/anno per ogni kWh/anno di energia prodotta con tale fonte rinnovabile. Per ogni albero piantumato, invece, il valore di riduzione calcolato tramite la metodologia regionale di rendicontazione è pari a 0,003029 tonnellate di CO2 all’anno.

“Il Piano Clima include anche azioni rivolte internamente ai vari settori del nostro Ente, rimarcando così la volontà e responsabilità della Provincia verso politiche virtuose, che possano rappresentare esempio e traino – conclude l’assessore Gennari – Rappresenta, inoltre, un mezzo per aumentare la sensibilizzazione e incrementare così la partecipazione e il coinvolgimento di tutti gli enti, i soggetti e i cittadini perché la sinergia d’azione è l’elemento essenziale per l’attuazione di uno strumento volontario e perché solo con il contributo di tutti è possibile migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni di gas climalteranti”.