Melfi, Fiat riprendere discussione con Governo nazionale

“In questi ultimi anni trascorsi in attesa dei nuovi modelli Bsuv (Jeep e 500x) gli effetti per la Sata e il suo Indotto sono stati un aumento considerevole di cassa integrazione (con una media di 2-3 giorni di lavoro a settimana), un abbattimento del salario del 30% circa e un peggioramento della condizioni fisiche di lavoro”. Lo sostiene la Fiom Cgil in una nota in cui evidenzia che, con la riorganizzazione mondiale del Gruppo Fiat-Chrysler, “è sempre più urgente riprendere una discussione con il Governo Nazionale e i vertici Fiat sulle ricadute industriali e occupazionali nel nostro paese dopo questo accordo; al fine di evitare delocalizzazioni produttive, sarebbe necessario rilanciare un piano strategico sulla mobilità in Italia prevedendo nuovi investimenti in ricerca e sviluppo anche verso nuovi materiali e nuove motorizzazioni ecocompatibili”. Per il sindacato occorre “partire dall’Italia e dal bagaglio di esperienza e professionalità che i lavoratori hanno acquisito, vuol dire anche migliorare la qualità del lavoro e del salario”. “In questo nuovo scenario – aggiunge la Fiom Cgil – per quel che riguarda la Sata sarebbe necessario rafforzare il segmento B (quello che nella storia Fiat ha creato maggiore redditività ), anche con la produzione della nuova vettura che sostituirà la Punto per far sì che insieme ai Bsuv si possano saturare gli impianti e l’occupazione, ma guardando anche ai nuovi modelli ecocompatibili per il futuro”.