Interrogatorio fiume per il Governatore pugliese Nichi Vendola

Il leader di Sel è comparso davanti ai Pm della Procura di Taranto nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ambientale dell’Ilva. Nichi Vendola è iscritto nel registro degli indagati per concussione in concorso ed ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini da parte della Procura lo scorso 30 ottobre.

Vendola ha ribadito di non avere proprio nulla di cui vergognarsi, di aver sempre agito nell’interesse “e per amore di Taranto”, e di aver sempre difeso la salute dei cittadini e dei lavoratori ma anche gli stessi posti di lavoro. Ai Pm, il Governatore ha rivendicato al proprio governo regionale un cambio di passo netto sia nel rapporto con l’Ilva, sia nella strategia finalizzata a ridurre l’inquinamento della fabbrica siderurgica. Per i pm, invece, Vendola avrebbe fatto pressioni sull’Agenzia regionale per l’ambiente e sul suo direttore Giorgio Assennato per “ammorbidire” la posizione della stessa Agenzia, deputata ai controlli ambientali, sull’attività del siderurgico di Taranto. I pm basano la loro accusa anche su una serie di intercettazioni telefoniche tra il governatore e l’ex consulente Ilva, addetto ai rapporti istituzionali, Girolamo Archinà. Quest’ultimo, arrestato nei mesi scorsi, è libero e in quest’inchiesta, insieme a Emilio, Nicola e Fabio Riva, risponde dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Vendola, che ha chiesto di essere interrogato dai Pm, ha sempre negato ogni forma di pressione ed ha quindi ricordato di aver scelto lui Assennato alla guida dell’Arpa proprio perché “un esperto di valore”. Assennato, a sua volta indagato per favoreggiamento verso Vendola, era anche lui nella caserma della Finanza di Taranto. Ai magistrati il dg dell’Arpa ha consegnato una memoria subito dopo la conclusione dell’interrogatorio del Governatore.