Rimini, tutela dei prodotti agroalimentari territoriali

Nella seduta del Consiglio provinciale di ieri, è stato approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno, relativo alla tutela dei prodotti agroalimentari territoriali:

In un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il Made in Italy e, in particolare, quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva “ad alto valore aggiuntivo” per lo sviluppo del Paese;

l’agroalimentare Made in Italy registra un fatturato nazionale superiore ai 266 miliardi di euro e rappresenta oltre il 17% del prodotto interno lordo;

il Made in Italy agroalimentare si caratterizza per i suoi primati in termini di maggior valore aggiunto per ettaro in Europa, livello di sicurezza e sistema dei controlli degli alimenti, prodotti a denominazione protetta e produzioni biologiche;

la crescita costante dell’export testimonia l’indiscutibile ruolo dell’agroalimentare nazionale e del valore attribuito al “marchio Italia”, con un territorio ed una produzione ammirati ed imitati nel mondo;

evidenziato che

l’Emilia-Romagna vanta attualmente il primato tra le regioni italiane per numero di prodotti riconosciuti con la qualifica di Dop e Igp. In titale sono 39 (19 Dop e 20 Igp) le produzioni già in possesso della certificazione europea ottenute, in tutto o on partem nel territorio della nostra regione:

  • osservato che

-in Italia, la produzione di carni suine è stimata in 1.299.000 tonnellate l’anno e sono oltre 26.200 gli allevamenti suini, ampiamente diffuso su tutto il territorio nazionale;

-in Italia, rispetto a 73,5 milioni di cosce suine consumate, 57,3 milioni sono di importazione, 24,5 milioni sono di produzione nazionale e 8,3 milioni vengono avviate all’esportazione;

-le cifre relative alle importazioni di cosce fresche riportano percentuali altissime riferite alla provenienza di prodotti da alcuni Stati dell’Unione europea. Sulla base dei dati elaborati dall’Associazione nazionale allevatori di suini (ANAS) risulta che l’Italia nel 2012 ha importato, solo dalla Germania, il 52% di suini vivi e carni suine, per un totale di 535.309 tonnellate;

-in una nota diffusa in questi giorni, Coldiretti afferma che “da articoli apparsi sulla stampa europea è emerso che l’efficienza dell’industria della carne suina in Germania è basata su prodotti a basso costo, operai sottopagati, falde acquifere inquinate e tecniche di allevamento non sostenibili e con gravi ripercussioni sulla salute dei consumatori legate all’eccessivo impiego di antibiotici. Molti controlli operati nel settore delle carni suine hanno già evidenziato la violazione della disciplina in materia di presentazione e pubblicità dei prodotti alimentari e condotte poste in essere in maniera ingannevole, fraudolenta e scorretta, allo specifico scopo di far intendere al consumatore che i prodotti acquistati sono di origine e di tradizione italiana”;

considerato che

–          la circolazione di alimenti che avocano una origine ed una fattura italiana che non possiedono pregiudica l’immagine del patrimonio agroalimentare nazionale che, come espressione dell’identità culturale dei territori, rappresenta un bene collettivo da tutelare ed uno strumento di valorizzazione e di sostegno allo sviluppo rurale;

–          l’articolo 26, comma 2, lettera b) del regolamento CE 25 ottobre 2011 n. 1169, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, impone come obbligatoria l’indicazione del paese d’origine  o del luogo di provenienza per una serie di prodotti, tra cui le carni di animale della specie suina, fresche, refrigerate o congelate, fissando alla Commissione il termine del 13 dicembre 2013 per adottare le disposizioni di attuazione dell’obbligo;

–          la legge 3 febbraio 2011 n. 4 recante “Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari”, offre l’opportunità di anticipare l’applicazione della normativa comunitaria introducendo l’obbligo di indicare l’esatta provenienza dell’origine degli alimenti nei settori delle carni suine, del latte e di tutti o prodotti trasformati a garanzia del corretto funzionamento del mercato e dell’adozione di scelte informate da parte dei consumatori;

valutato positivamente che

la Regione Emilia-Romagna – ben consapevole del rischio che la commercializzazione di prodotti di imitazione provoca all’immagine del nostro Paese con grave danno alle imprese, a causa della concorrenza sleale derivante dalla sottrazione di spazi di mercato, è l’inganno verso consumatori- è da tempo impegnata nella promozione e valorizzazione del vero Made in Italy;

tutto ciò premesso

impegna il Presidente e la Giunta provinciale

a trasmettere copia del presente ordine del giorno al Governo, al Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali, al Ministero della salute, alla Regione Emilia-Romagna ed a Coldiretti, affinché mettano in atto tutte le misure possibili per prevenire e contrastare l’usurpazione del Made in Italy agroalimentare, con particolare riguardo al settore delle carni suine, a tutela delle imprese agricole del territorio e per assicurare la qualità, la salubrità, le caratteristiche e l’origine dei prodotti alimentari, in quanto elementi funzionale a garantire la salute ed il benessere dei consumatori ed il diritto ad una alimentazione sana, corretta e fondata su scelte di acquisto e di consumo consapevoli.