Precari della scuola, salta pagamento ferie maturate mille euro in meno

Tutto nasce dalla legge sulla Spending review varata dal governo Monti, nel 2012, che ha previsto la non monetizzazione delle ferie maturate per il personale del pubblico impiego. La legge non dava indicazioni specifiche per i precari del settore scuola, perciò è stato necessario aggiungere una precisazione con la successiva Legge di Stabilità. La precisazione è che per il personale della scuola le ferie possono essere monetizzate, però dal conto delle ferie maturate bisogna sottrarre i giorni in cui l’attività didattica è stata sospesa, cioè le vacanze di Natale, di Pasqua e buona parte del mese di giugno. Per i docenti di ruolo gli effetti di questa norma sono nulli. Per loro le vacanze arrivano con la chiusura estiva delle scuole, e le mensilità di retribuzione restano sempre dodici più tredicesima. Diverso è il caso dei precari con contratto a dieci mesi. Per loro il rapporto di lavoro si interrompe ogni anno a luglio e agosto per poi riprendersi a settembre. Questo diverso meccanismo di calcolo delle ferie si traduce in un taglio consistente dello stipendio che si fa sentire tutto a dicembre, il mese in cui veniva di norma erogato il pagamento delle ferie maturate l’anno prima. Gli interessati sono molte decine di migliaia, se si calcola che i dipendenti a tempo determinato nella scuola sono circa 150 mila e gran parte di questi ha il contratto a 10 mesi. Il taglio delle ferie per il Tesoro porta un risparmio complessivo che può aggirarsi sui 100 milioni di euro. Un’altra brutta sorpresa è arrivata poi per altre migliaia di supplenti, docenti e Ata, quelli che sostituiscono i colleghi di ruolo per periodi ridotti (pochi giorni o poche settimane di lezione). Per loro il Natale sarà senza stipendio, anche se si tratta solo di un ritardo.