Il Governo pronto a varare il decreto carceri

Il Premier Enrico Letta ha indicato che il Cdm di martedì “darà seguito” agli impegni in materia di giustizia. Il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri è poi attesa in Commissione giustizia al Senato giovedì per comunicazioni su amnistia e indulto, temi che ha sempre indicato come appannaggio del Parlamento. Intanto prenderà corpo il provvedimento governativo che potrebbe produrre, secondo le prime stime del Ministero, 3 mila detenuti in meno, che aggiunti ai 4 mila usciti in virtù del precedenti misure svuota-carceri salgono a 7 mila. Al via la liberazione anticipata. Lo “sconto” di buona condotta per la liberazione anticipata passa da 45 a 75 giorni ogni 6 mesi di detenzione. Resta il giudice a decidere. La misura avrà valore retroattivo dal gennaio 2010 e varrà 2 anni dall’entrata in vigore della legge. Produrrà un’uscita anticipata che nel massimo arriva a 6 mesi e per chi vede partire il conteggio dal 2010 interesserà potenzialmente 1.500 persone. Oggi il braccialetto elettronico si può dare solo a chi sta ai domiciliari. La novità è l’applicazione esterna con affidamento in prova, permessi, lavoro esterno. La misura, oggetto fino alla fine di confronto con gli Interni, va letta anche come un incentivo ad adottarla per i magistrati, che finora l’hanno applicata poco e ora dovranno stendere delle motivazioni quando non la adottano ritenendo il soggetto troppo pericoloso. Resta fermo che il detenuto deve dare il consenso. L’affidamento in prova cambia. Innalzato il “tetto” di pena da scontare per il quale si può beneficiare dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Attualmente è 3 anni, passerà a 4, ampliando la platea. La stima è che riguardi 1000-1500 persone. Le misure prevedono di avviare le procedure di identificazione degli extracomunitari subito dopo la carcerazione e di incentivare l’adozione di una norma della Bossi-Fini, l’art. 16, poco applicata sull’espulsione immediata in alternativa agli ultimi due anni di pena per alcuni reati minori. La platea potenziale è molto alta, teoricamente 4-5 mila persone, ma il dato si riduce di molto calato nel concreto. Il decreto aumenta le possibilità di affido terapeutico per i detenuti tossicodipendenti per favorire la cura nelle comunità di recupero anche in caso di recidiva per reati minori. Sempre sul fronte tossicodipendenze arriva il reato di “spaccio lieve” con pene minori da uno a 5 anni e multe per decongestionare i penitenziari. Viene istituito il Garante nazionale dei detenuti, organo indipendente preposto a una tutela extra-giudiziale dei diritti di quanti si trovano ristretti negli istituti penitenziari. Per quanto riguarda le riforme in campo penale, che domani non dovrebbero approdare in Cdm, le misure dovrebbero prevedere una revisione dei meccanismi di impugnazione in Cassazione, limitando quelle dei pm nei casi di sentenza doppia-conforme di assoluzione ed escludendo il ricorso diretto degli imputati, che spesso è fatto con obiettivi dilatori; dovrebbe alleggerire il carico giudiziario in entrata con meccanismi di deflazione già in fase di indagine, per esempio con la possibilità di arrivare all’archiviazione per irrilevanza del fatto; potenzierà i riti speciali, prevedendo probabilmente il patteggiamento in appello; rafforzerà le garanzie degli imputati in custodia cautelare con possibili interventi anche sul meccanismo del Riesame.