Perugia, mi prendo cura di te formate 62 badanti

Favorire l’incontro tra l’esigenza di lavoro di quelle figure professionali che, nel linguaggio comune, vengono definite “badanti” e il bisogno delle famiglie di poter contare su soggetti preparati a cui affidare la cura dei propri familiari: si può riassumere così il senso del progetto realizzato dalla Regione Umbria dal titolo “Mi prendo cura di Te”, che ha permesso a 62 soggetti di apprendere e strutturare le loro conoscenze diventando assistenti familiari capaci dopo aver completato un corso di formazione della durata di 60 ore.

“Nel percorso di formazione affidato alla Scuola di Formazione di Villa Umbra – ha spiegato la vicepresidente della Regione Umbria con delega al Welfare, Carla Casciari – sono stati coinvolti 28 soggetti italiani e 34 stranieri, mentre contemporaneamente sono stati attivati a Perugia e a Terni 3 corsi di formazione di 40 ore ciascuno, per “tutor di assistenza familiare”, ai quali hanno partecipato 42 persone tra assistenti sociali delle Asl e dei Comuni, per l’aggiornamento delle loro competenze con particolare riferimento alla contrattualistica e alla normativa in materia di immigrazione e permessi di soggiorno”.

“La realizzazione del progetto – ha aggiunto la vicepresidente –  rientra nell’Accordo di programma per la realizzazione di interventi in materia di servizi alla persona in seguito al quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha attribuito alla Regione Umbria 120 mila, ai quali si aggiunge una quota di cofinanziamento regionale di 60 mila euro, impegnata dalla Regione Umbria, in favore dei 12 Comuni capofila. L’iniziativa della Regione trova fondamento nella  crescente richiesta di assistenza e qualificazione nel settore dei servizi alla persone che, con l’aumento delle attese di vita e quindi della popolazione anziana, si caratterizza per maggiori e continue  richieste di cure a favore di un crescente numero di soggetti fragili, non autosufficienti, in molti casi affetti da demenza o malattia d’Alzheimer. Per farsi carico di queste persone, sbagliando, si ritiene che non siano necessarie  particolari competenze e ci si affida, in modo estemporaneo, a persone che si improvvisano, facendo così anche ingrandire un mercato sommerso”.

In proposito  la vicepresidente –  dopo aver riferito che la domanda e l’offerta di lavoro si incroceranno attraverso una banca dati on line attiva nel portale www.miprendocuradite.it – ha precisato che collegandosi al sito le famiglie potranno essere assistite direttamente dai centri dell’impiego per la ricerca dell’assistente familiare: ”Tra le opportunità offerte da ‘Mi prendo cura di Te’, che ha sperimentato una procedura di incrocio tra domanda e offerta di lavoro tutta digitalizzata, c’è anche quello di mettere le famiglie in condizione di non favorire il lavoro in nero potendo avvalersi di servizi di consulenza finalizzati all’accompagnamento e all’inserimento in famiglia oltre che per gli adempimenti burocratici previsti nel caso di assunzione di un’assistente familiare.